Potrà non piacere a tutti ma, si sa, i vincenti difficilmente risultano simpatici. Soprattutto se ti chiami Antonio Conte: uno che in Puglia si è fatto valere. Prima da calciatore con la maglia del Lecce, poi da allenatore con il Bari. Portandolo in Serie A e dando vita ad una personale ed emozionante nuova carriera. 

Sarebbe potuto essere del Taranto,  nel lontano 2007. Poi non se ne fece nulla. Ancora oggi ci sarebbe da ringraziare in riva all'Adriatico, visto che il Bari - quando decise di mandar via Materazzi - era appena reduce dallo storico (e tristissimo) 0-4 del derby del 'San Nicola' contro il Lecce. Una squadra allora di bassa classifica cambiò volto, col passare delle settimane: diventò tosta, solida, quadrata. Così si posero le basi per un trionfante campionato di B vinto nel 2008/09. Mai nella sua storia il Bari aveva totalizzato 80 punti. 

Antonio Conte, tuttavia, non è uno che si accontenta. Per questo la Serie A coi biancorossi non la iniziò mai: voleva vincere ancora, non partecipare. Tentò di aprire un ciclo nel 2009 a Bergamo con l'Atalanta, ma non ci riuscì. Andò bene invece a Siena, nel 2011, ricominciando ancora dalla B. Poi arrivò la chiamata dalla tanto amata Juventus: fu subito scudetto (2011/12) dopo 6 anni di attesa e poi giunse il record di punti nel 2013/14. Ben 102 assieme ad una semifinale di Europa League. Quindi l'avventura con la nazionale italiana: Euro 2016, ancora oggi, è nella memoria collettiva l'ultima esaltante prova degli azzurri in campo internazionale. Una rosa dalla qualità non eccelsa, la sua. Ma sul rettangolo verde diede tutto. Fu sanguigna, proprio come il suo condottiero. 

Quindi il Chelsea, in tempi più recenti: un campionato vinto anche qui. Poi l'idillio finisce con la società, ma non coi tifosi. C'è la pausa: di riflessione, di aggiornamenti.  Non dimentica mai la sua Puglia, spesso ci torna. E poco importa se a Lecce nessuno ha dimenticato (e taluni perdonato) l'esultanza sfrenata dopo un gol siglato ai salentini da calciatore della Juventus. Era solo un urlo di liberazione dopo un vecchio infortunio. Ma tant'è. Ora la nuova avventura si chiama Inter: il primo tecnico pugliese della storia nerazzurra è chiamato a...rendere prima di tutto la Serie A meno a senso unico rispetto alle stagioni precedenti. Ci riuscirà? Buona fortuna. 

Sezione: Altre notizie / Data: Gio 30 maggio 2019 alle 20:30
Autore: Domenico Brandonisio
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