Per una fase offensiva che ride di gusto, c'è una retroguardia che, specialmente in trasferta, continua a balbettare. Il Bari di Fabio Grosso è una macchina da gioco quasi perfetta, che fa del possesso e della ripartenza palla a terra dalle retrovie, i suoi veri marchi di fabbrica. Inevitabile che, in presenza di questi rigidi principi di gioco, i rischi per la difesa siano triplicati e gli errori personali nettamente più frequenti. Chi, però, al di là dei moduli di gioco o dell'atteggiamento tattico della squadra, sta deludendo le attese, fino a questo momento, è Alessandro Micai. Il portierone biancorosso, che tanto bene aveva fatto parlare di sè nel corso dell'ultimo anno e mezzo, sta faticando a trovare lo smalto dei tempi migliori in questo avvio di campionato. L'estremo difensore mantovano non sta ripetendo prestazioni all'altezza delle tante aspettative riposte su di lui.

La reattività e l'esplosività mostrate fra i pali da questo giovincello alto 1 metro e 86 centimetri avevano richiamato alla mente le gesta di un mostro sacro, come Jean Francois Gillet. Il rinnovo di contratto fino al 2020, siglato ufficialmente nella scorsa primavera, era stato accolto con euforia dalla piazza barese e aveva rappresentato un investimento non indifferente per la neonata società biancorossa. Poi, cosa è cambiato? Difficile compiere una diagnosi adeguata. L'infortunio alla schiena, che sta accompagnando Micai da ormai diversi mesi, non ha di certo contribuito a migliorare la situazione. L'impressione è che, però, ci sia anche dell'altro. Il nervosismo emerso in larghi tratti di questo inizio di stagione rivela un'abbastanza inspiegabile assenza di serenità nell'animo del ragazzo, che inevitabilmente si riflette sul suo rendimento sul terreno di gioco. 

L'anno scorso Roberto Stellone finì su una gogna mediatica senza precedenti, quando, nelle primissime giornate di campionato, decise di alternare Micai Ichazo per scegliere quale dei due dovesse essere il futuro titolare. La parziale esclusione fece benissimo al portiere classe 1993, che tornò più forte, volenteroso e stimolato di prima. Chissà che mister Grosso, memore di quanto avvenuto nel corso della passata stagione, non possa propendere per una simile e momentanea soluzione. Con il chiaro obiettivo di recuperare un patrimonio davvero troppo prezioso per il club di via Torrebella. 

 

 

Sezione: Bari / Data: Mar 07 novembre 2017 alle 14:15
Autore: Antonio Bellacicco
vedi letture
Print