Quarant'anni e non sentirli. Perché Franco Brienza - che oggi festeggia il suo compleanno - sa ancora incantare le platee e sorprendere tutti per condizione fisica e capacità di incisione sotto porta. Dall'agosto del 2016 fa le fortune del Bari, nel bene e nel male: un valore aggiunto anche quando il risultato del campo è avverso. Cosa ne sarebbe stato dei biancorossi negli ultimi anni senza il suo apporto? Difficile dirlo ora, tuttavia è immaginabile ipotizzare un bel po' di sofferenze in più. 

SORPRESA - Un colpo ad effetto targato Sean Sogliano. Nel 2015/16 Brienza aveva indossato la maglia del Bologna collezionando 29 presenze e 3 reti. Qualcuna in meno rispetto alla proficua esperienza di Cesena (8 nel 2014/15, sempre nella massima serie), ma utili per centrare il traguardo salvezza sfruttando, allo stesso tempo, anche qualche prezioso assist. Impensabile portare uno così in B? Come non detto. I sogni talvolta diventano realtà ed il feeling con la piazza biancorossa (stagione 2016/17) è immediato. Spirito di sacrificio, armonia e prodezze balistiche come quelle ammirate contro Virtus Entella (in casa) e Brescia (in trasferta) mettono a tacere ogni forma di scetticismo. La promozione in A non arriva, neppure nel campionato seguente, ma con lui il Bari si fa piacere. Quando c'è Brienza in campo è sempre e comunque un'altra storia. Vecchio a chi?

LA FINE (MOMENTANEA) ED IL NUOVO INIZIO - L'idillio ha rischiato di spezzarsi a luglio scorso: il Bari non si iscrive al campionato di Serie B e fallisce, ripartendo dalla D con una nuova società. La sua riconferma, di fatto, sembra fantacalcio. Ma è l'avvento dei De Laurentiis ed il loro corteggiamento a far ricongiungere il talento di origini ischitane ed il capoluogo pugliese. Il richiamo del galletto diventa più forte di tutto: del calcio dei grandi e perfino di qualche curioso e coraggioso tentativo di club come Potenza e Cerignola, pronte a tutto pur di averlo in squadra ed assicurarsi - nel loro piccolo - un simil CR7 per categorie come la Serie C e la Serie D. Certe luci non puoi spegnerle: così il forte legame d'amore con la piazza barese si è trasformato in leggenda, complicità. Con tanto di cori da stadio da parte dei compagni di spogliatoio e strade cittadine rinominate (abusivamente, è chiaro) in suo onore. Perché anche nella toponomastica l'immaginazione può superare la realtà. E poco importa se la prima rete in questo campionato sia arrivata solo a dicembre scorso contro il Rotonda...

RESURREZIONE - Foggia, Imolese, Perugia, Reggina, Palermo, Siena, Cesena, Bologna, Atalanta e Bari. Queste le tappe di una carriera da incorniciare ed impreziosite anche da due presenze in azzurro nel 2005 alla corte di Marcello Lippi. L'ultima ambiziosa missione? Far riemergere - dice lui - i galletti dalla polvere e riportarli in paradiso. Riuscirci sarebbe un'impresa storica. E allora auguri Ciccio ed altri 40 di questi anni...

Sezione: Bari / Data: Mar 19 marzo 2019 alle 09:00
Autore: Domenico Brandonisio
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