Anche il calcio minore, quello di provincia, ha vissuto le sue storie migliori in un passato piuttosto remoto. Campi di terra battuta, posti sconosciuti e sana passione per uno sport che solo da qualche decennio era diventato fortemente popolare in tutta la Penisola. Grandi i meriti di una nazionale, quella di Pozzo, capace di vincere il mondiale di calcio per due edizioni di fila (1934/1938). Ma anche i primi club di un certo blasone iniziavano ad affermarsi, ad essere riconosciuti. Se non erano vincenti perlomeno in Serie A ci restavano in pianta stabile. O quasi. 

DALLA A ALLA D IN 3 ANNI - Il Bari era uno di questi. Prima edizione nel 1931/32 e prima salvezza, quindi la retrocessione ed una successiva promozione (1934/35). Soltanto tre le stagioni di Serie B sino al 1949/50, poi il crollo. La 'Vecchia Stella del Sud', la squadra del 7° posto in A, la stessa formazione che aveva battuto al 'Della Vittoria' il Grande Torino, si ritrovò nel giro di pochi anni in IV Serie, l'attuale e meglio conosciuta Serie D. A causare questo sfracelo furono cattive amministrazioni societarie, crisi economiche interne ed anche riforme federali poco favorevoli (vedi Lodo Barassi). In quel caso per il ritorno in Serie C si dovettero aspettare due stagioni: transitoria quella del 1952/53, cruciale la 1953/54. 

IL COLLEFERRO - In un girone che includeva pugliesi, lucane, calabresi e siciliane (sembra quasi di essere ai giorni nostri...) i galletti arrivarono al primo posto. Seminata l'inseguitrice Enna (-8, proprio come la Turris e squadra del capoluogo di provincia non cosi distante da...Troina), per centrare la promozione bisognava anche battere le vincitrici degli altri raggruppamenti. Mister Capocasale ed i suoi ragazzi superarono Foggia, Prato e Colleferro. Il giorno che si consegna alla storia è il 27 giugno 1954: sul neutro di Napoli accorrono oltre ventimila tifosi biancorossi per la partita contro il Colleferro, grandi le carovane ai tempi organizzate da Peppino Cusmai, autentico punto di riferimento del tifo biancorosso. 

LA LEGGENDA - Per festeggiare bastò un 2-1. Fondamentale la doppietta di Gamberini, inutile la rete della bandiera rossonera con D'Angelo. E poi? La squadra venne accolta da un autentico bagno di folla al suo rientro in città: come se avesse vinto uno scudetto, come se gli anni di Serie A non fossero mai svaniti. La squadra che aveva lanciato il 'Reuccio' Costantino nel calcio che conta non vedeva l'ora di tornare a far parlar di sé. Era risorta da un incubo. Avrebbe poi vinto anche lo scudetto di categoria contro la Cremonese, chiamando a raccolta un pubblico ancor più numeroso. 

,,,DALLA D ALLA A IN 4 ANNI - Dopo quella promozione ne arrivò subito un'altra, l'anno dopo, in Serie B. Il ritorno nella massima serie, sotto la sapiente guida di Allasio, diventa realtà al termine della stagione 1957/58. Sempre attraverso uno spareggio, un doppio confronto contro il Verona (a Roma ed a Bologna). Festeggiare, seppur con moderazione, sarà giusto anche stavolta. E caricarsi di speranze per il futuro sarà fondamentale per il morale. Nonostante tutto. 

Sezione: Bari / Data: Gio 18 aprile 2019 alle 08:00
Autore: Domenico Brandonisio
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