Puntare sulla velocità di due esterni puri, rinunciando all'apporto dell'uomo tecnicamente più dotato tra quelli presenti in rosa o, al contrario, scommettere su di lui fin dal primo minuto, perdendo qualcosa in termini di corsa e di fluidità della manovra offensiva? Cornacchini è stato abile nel trasformare il dilemma in un vantaggio. Tante variabili, una sola certezza: quando c'è Brienza, si opta per un modulo che preveda un trequartista, quando non c'è, si tende ad arricchire il centrocampo (4-3-3) o ad affidarsi alla doppia punta, affiancata a due esterni offensivi (4-4-2).

Le 11 presenze da titolare collezionate fino a questo momento dal fantasista lombardo (condite da quattro assist e da due reti su calcio di rigore) sono infatti tutte state accompagnate da un 4-3-1-2 (utilizzato nel girone di andata contro Igea Virtus, Locri e Acireale) o, ancor più frequentemente, da un 4-2-3-1, schema riproposto con discreto successo -pur senza l'ex Reggina e Palermo- nell'ultima uscita sul campo del Città di Messina. Una soluzione tattica, questa, che potrebbe ritornare utile, complice il rientro dalla squalifica dello stesso Brienza, tra poco più di una settimana contro il Castrovillari, in quella che va considerata a tutti gli effetti la prima delle otto finali che attendono i pugliesi sulla strada della promozione. 

Sezione: Bari / Data: Sab 09 marzo 2019 alle 13:15 / Fonte: Antonio Bellacicco - Corriere dello Sport
Autore: Davide Abrescia
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