Oggi ricorrono i 70 dalla tragica scomparsa del Grande Torino. Una tragedia che, oggi come allora, ha segnato e segna i cuori di tutti gli appassionati di calcio. L'Italia, che pian piano si stava rialzando dalle macerie di guerra, vide svanire uno dei simboli del paese legato ad uno degli sport più popolari al pari del ciclismo. Perché il Torino, quel Grande Torino, era il calcio. Una squadra capace di numeri straordinari, quasi tutta la nazionale italiana dell'epoca poteva contare sui titolari di questa squadra. O almeno fino a quel maledetto 4 maggio del 1949: fatale il rientro dall'amichevole disputata contro il Benfica. Fu la fine di un'epoca romantica. 

I granata si rialzarono e nel 1976 tornarono a vincere il settimo e sin qui ultimo scudetto della propria storia. Ma in quegli anni '40 fu un club pugliese a creare i maggiori grattacapi: il Bari. I biancorossi passarono infatti alla storia per essere stati tra i pochi ad aver battuto questa grande squadra. La data da consegnare alla storia è 21 settembre 1947: in un gremito 'Della Vittoria' la squadra guidata da Kutik vinse 1-0 grazie alla rete siglata da Tavellin, a fine anno vice-cannoniere dei galletti con 7 reti alle spalle di Tontodonati (11). Nessuna formazione pugliese ha mai osato tanto. Si giocava, ovviamente, in Serie A. 

E non è tutto. Il Bari fu inoltre l'ultima squadra italiana affrontata in trasferta nel 1949. Il 24 aprile di quell'anno il Torino riuscì a strappare un pareggio (1-1, reti di Voros e Mazzola). Quindi affrontò l'Inter in casa ed infine fece i conti con l'inglorioso destino. 

Sezione: Bari / Data: Sab 04 maggio 2019 alle 14:40
Autore: Domenico Brandonisio
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