Doppio ex di Bari (dal 1999 al 2001, in Serie A) e Teramo (2005, Serie C1) - avversarie domenica prossima al 'San Nicola' - Alessandro Del Grosso si sofferma sul momento delle due squadre, ma non solo. Ai microfoni di tuttocalciopuglia.com c'è spazio anche per gli aneddoti legati al suo passato di calciatore. Ed il presente è ancora sui campi di calcio. 

Buonasera Del Grosso. Domenica pomeriggio Bari e Teramo si sfideranno al 'San Nicola'. Una gara che promette spettacolo. 

"Sarà una bella sfida, tra due mister che conoscono molto bene ,la categoria. Ma il Bari, adesso, gioca bene ed ha individualità che possono fare la differenza. i galletti possono ancora insediare il vertice". 

Come si spiega l'incerta partenza dei galletti? 

"Quando le cose non vanno, il primo a pagare è sempre l'allenatore. Da quando c'è Vivarini, tuttavia, noto un netto miglioramento nell'approccio alle gare. E questo aspetto è importantissimo". 

E c'è stato anche il cambio di modulo. La difesa è passata da 3 a 4 elementi. 

"Sta facendo le sue valutazioni, cercando di prendere il meglio che ha a disposizione. I fatti gli stanno dando ragione". 

Ci sono elementi del Bari attuale in cui si riconosce? 

"Ce ne sarebbero un paio, stanno rendendo bene tra l'altro. Perrotta? Può essere (ride, ndr), ma preferisco non fare preferenze. Lui però è un terzino di spinta, come me". 

Un suo vecchio mister, Fascetti, peraltro sosteneva che solo partendo da una solida difesa fosse possibile vincere i campionati...

"Considerazione più che giusta. Ricordo ancora quando mi dava le cassette di Rui Costa, Zidane...dovevo studiarmeli bene. Mi incoraggiava dicendo: adesso tocca a te! Ce ne sono pochi di allenatori come lui. Mi diceva sempre di crederci, di andare sul pallone. Finché non attraversava completamente la linea di porta. Questo concetto l'ho fatto mio anche dopo". 

Cosa ricorda con più piacere della sua esperienza in Puglia? 

"Ricorderò sempre il grande attaccamento della città verso la squadra. Spirito che ho ritrovato volentieri anche in questi ultimi anni. In difesa ho potuto contare su validi compagni di reparto, De Rosa, Neqrouz su tutti. Di De Rosa apprezzavo molto la sua eleganza, il suo stile. Era bello da vedere mentre giocava. Ma il compagno cui ero legato maggiormente era Masinga. Sapevo non stesse molto bene, la notizia della sua scomparsa mi ha lasciato grande tristezza". 

Ora di cosa si occupa? E' ancora nel mondo del calcio?

"Alleno il Sora, in Eccellenza. Vogliamo vincere il campionato, sono stato chiamato in corsa. Speriamo bene". 

Per lei anche 11 presenze nel Teramo, era il 2005...

"Un'esperienza agrodolce. Conoscevo il presidente dell'epoca, Malavolta. L'obiettivo era vincere il campionato, così accettai la sua proposta. Ma non mi trovai bene, pensavo di trovare un ambiente più dinamico". 

La Reggina è davvero inarrivabile per chiunque? 

"Non ci sono squadre inarrivabili. Certo, ha trovato un buon assetto e degli ingranaggi giusti. Ma deve stare attenta. Perchè se si imbeccano strisce negative o si commettono passi falsi, un calo potrebbe essere dietro l'angolo. E poi quest'anno c'è soltanto una battistrada. In passato ve ne erano di più". 

Breve, anzi brevissima, la sua parentesi nel Napoli dei De Laurentiis (estate 2004, ndr). 

"Rimasi 10 giorni a Paestum, poi andai a Pisa. Ma per quel po' che ho potuto capire, sono persone che credono in quello che fanno e danno tutto. Sta accadendo anche a Bari". 

Come vede il futuro prossimo di Bari e Teramo? 

"Il Teramo può essere una mina vagante. il Bari, grazie alle sue individualità, deve credere nel salto di categoria". 

Sezione: Bari / Data: Gio 21 novembre 2019 alle 20:00
Autore: Domenico Brandonisio
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