Cinque sconfitte consecutive, in sequenza: Entella, Trapani, Pro Vercelli, Spezia e Carpi. Cinque schiaffi al Bari, che negli ultimi due mesi hanno ridimensionato i progetti della squadra di Colantuono. Eppure dopo la trasferta di Benevento, la squadra biancorossa sembrava spiccare il volo ed invece il match del ‘Vigorito’ è stato l’ultimo - e forse il primo - atto di una formazione capace di imporsi anche in trasferta. Le statistiche parlano chiaro: l’ultimo gol siglato dai biancorossi in trasferta è quello del 24 febbraio in Benevento-Bari al 55’. Dopo il buio più totale e nessun gol a referto: 485’ senza trovare il gol lontano dal San Nicola, ma soprattutto una squadra quasi mai pericolosa su campi in cui per tutto il campionato molte altre squadre sono riusciti ad imporsi.

Sconfitte simili, brutte ed inaccettabili. Le trasferte hanno tutte dei tratti in comune che certificano quanto il Bari sia inespressivo, abulico e a tratti assente dalla gara: in tutti i match giocati su campi avversari gli uomini di Colantuono vanno con molta facilità in svantaggio, che non riescono poi a recuperare. A volte sembrano mancare voglia e grinta per recuperare il match o almeno provare ad uscire a testa alta, quei valori su cui aveva fondato la propria gestione Colantuono. E nonostante il tecnico romano sbraiti ed urli per tutto il match, la squadra sembra non reagire alle urla di un allenatore che in conferenza stampa puntualmente la difende.

La patata bollente ora passa in mano alla società. Un cambio può servire a qualcosa? C’è qualcosa nello spogliatoio tra la squadra e l’allenatore? Cambiare il terzo allenatore sarebbe un fallimento dichiarato di un progetto che, ormai è chiaro, non ha un indirizzo ben preciso se non provare a sbancare il tavolo andando in Serie A. Un cambio per cosa però? Un cambio per provare il tutto per tutto o per programmare la prossima stagione? Se si vuole provare il tutto per tutto, non lo si faccia. Per il bene dei tifosi, perché questa squadra con nessun allenatore meriterebbe la A.

Si faccia, invece, qualcosa per i tifosi: si programmi. Perché questo è ciò che non c’è da parecchi anni: la programmazione. Se si vuole cambiare, lo si faccia con cognizione di causa e con l’obiettivo di trattenere sulla panchina biancorossa il nuovo allenatore anche per il prossimo anno. O si incominci a pensare al futuro con Colantuono. Anche se il rapporto tra la tifoseria e Colantuono sembra ai minimi storici, l’ennesima sconfitta ha dato una spallata importante alla sua panchina. Per riguadagnare la fiducia della piazza, ma in primis della società, servirebbe un filotto di vittorie per provare a raggiungere i play-off che, in maniera incredibile, distano ancora un solo punto. Assurdo, no?

Sezione: Focus / Data: Mar 18 aprile 2017 alle 13:06
Autore: Davide Abrescia
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