Cesena-Foggia 3-3, altro giro altra corsa. Corsa verso qualcosa che resta ancora distante. Sì, perché il Foggia fa e disfa, crea e distrugge, come un giocatore d’azzardo che vince una fortuna e poi, avido e inappagabile, sperpera tutto. Il Foggia è malato: in cura sì, ma non ancora guarito. I rossoneri ci mettono il cuore, l’anima, come allo “Zaccheria” contro il Perugia, ma restano affetti da una sindrome che pare non voler andar via.

Allo stadio “Orogel-Manuzzi” si è consumato l’ennesimo scempio, l’ennesimo suicidio difensivo rossonero. Gli uomini di mister Stroppa giocano bene arrivando a dominare per 1 a 3 al 70’, poi 20 minuti di totale black out che costano un’intera partita (finita 3-3). Il dato preoccupante, tuttavia, è che è già la quinta volta che si ripete questo fenomeno. Anche contro Novara, Brescia, Palermo e Virtus Entella i satanelli sono passati in vantaggio, per poi farsi recuperare a causa di gravi errori difensivi. Il Foggia corre, lotta, segna, ma poi? Si ferma, e crolla. 

Capire il motivo, quello vero, al di là di affrettate e drastiche conclusioni, sarebbe già un bel passo avanti. Capire perché il Foggia butta al vento prestazioni, punti preziosi e morale sarebbe come trovare le chiavi di un’automobile prestante che finora hai spinto a braccia. Ora all’orizzonte c’è un filotto di partite abbordabili (Parma, Pro Vercelli, Cremonese, Ascoli e Ternana): mister Stroppa deve trovare la cura per guarire questo Foggia, altri errori di questo genere potrebbero comprometterne seriamente la posizione in classifica.

Male, ma non malissimo. Il Foggia, infatti, sta crescendo. Partita dopo partita dimostra di metabolizzare l’impatto con la nuova categoria. Mazzeo e Beretta iniziano a trovare confidenza col gol, il centrocampo sta prendendo le giuste misure, la grinta ed il gioco non mancano. Serve maggiore solidità difensiva ed intelligenza per evitare crolli psicologici e per non sprecare più, anche perché si rischia di disperdere l'entusiasmo creato sin qui.  Mister Stroppa è avvisato.

Sezione: Focus / Data: Lun 23 ottobre 2017 alle 13:35
Autore: Attilio Scarano / Twitter: @AttilioScarano
vedi letture
Print