Le cause di un ultimo posto in graduatoria sono molteplici, ma è impressione comune che, tra le altre, alla base dell’altalenante stagione del Taranto vi sia la sterilità offensiva. I rossoblù, infatti, numeri alla mano, fin qui hanno siglato soltanto 24 reti (quattro delle quali su calcio di rigore) in 33 incontri disputati, risultando finora il secondo peggior attacco del torneo (peggio ha fatto soltanto la Vibonese).

Nel mercato di Gennaio, sarebbe servito dotarsi del classico cecchino sotto porta in grado di concretizzare la mole di gioco costruita dalla squadra. In tal senso, la scelta del Ds De Poli è ricaduta su Cobelli, le cui prestazioni, finora, non hanno assolutamente impressionato (in positivo): tra i pochi spezzoni disputati, l’attaccante argentino ha servito soltanto l’assist ad Emmausso nella disfatta di Messina. Accolto in pompa magna, dunque, la fiducia nei suoi confronti scarseggia: non a caso Ciullo, nonostante le crepe offensive dei rossoblù, eccezion fatta per la sfida di Coppa Italia, non ha mai concesso al numero 10 la possibilità di mettersi in mostra dal primo minuto.

Il “paradosso” è che molti degli addetti ai lavori rimpiangono Pietro Balistreri, messo fuori-lista da diverso tempo, ma che in un momento così delicato, forse, avrebbe potuto far comodo: Balistreri non sarà certamente Maradona, ma una situazione simile l’ha già vissuta qualche anno fa, nell’anno della miracolosa salvezza conquistata a Reggio Calabria, ragion per cui conosce le insidie della lotta-salvezza.

Serve una svolta, la Lega Pro va salvata ed è ora che gli attaccanti facciano il loro dovere: il tempo degli alibi è terminato, la Serie D va evitata senza se e senza ma…

Sezione: Focus / Data: Mar 18 aprile 2017 alle 10:28
Autore: Vito Salvatore Di Noi
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