Correva il gennaio dell'ormai lontano 2009. Il Bari, allenato da un giovanissimo Antonio Conte, veniva da un girone di andata piuttosto positivo, ma le inseguitrici erano tante e urgeva rinforzare una squadra forse ancora non pronta per il salto di categoria. L'allora direttore sportivo Giorgio Perinetti puntò tutto sugli acquisti di Stefano Guberti e Vitalij Kutuzov, ventinovenne attaccante che faticava a trovare spazio nel Parma di Guidolin. L'impatto del bielorusso con la nuova realtà fu devastante: l'intesa con Barreto andò al di la delle migliori previsioni del più ottimista fra gli addetti ai lavori e la promozione in Serie A del maggio successivo fu il coronamento di una stagione ancora nel cuore dei tifosi baresi.

Quasi nove anni dopo, il Bari è nuovamente impelagato fra le sabbie mobili della serie cadetta, mentre Kutuzov, che nel frattempo si è ritirato dal calcio, ha messo le proprie capacità a servizio di uno sport diverso, come l'hockey sul ghiaccio. E in vista di domenica, quando al San Nicola andrà in scena Bari-Avellino, l'attaccante bielorusso, doppio ex del match, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni, dando sfogo a numerosi ricordi: "Difficile paragonare l’esperienza di Bari a quella di Avellino: in Puglia ho avuto un percorso più lungo, a fasi alterne. Sono passati tanti anni, ma ho bellissimi ricordi; in biancorosso ho provato tutte le sensazioni possibili, da quelle più positive a quelle più negative. In Campania ho scoperto Zeman, ho fatto tanti gol e ho dato avvio alla mia avventura italiana. Poi conosco bene mister Novellino, gli voglio un gran bene perché con lui ho vissuto grandi emozioni. Sono due piazze che vivono di calcio, due realtà molto simili sotto certi punti di vista. Sarà un vero e proprio derby del Sud"

I tre anni e mezzo trascorsi da Kutuzov in riva all’Adriatico sono stati tra i più pregni della recente storia biancorossa: dalla promozione al primo anno di Serie A con Ventura, fino alla retrocessione e al successivo scandalo scommesse. I sentimenti sono inevitabilmente contrastanti: "Conte e Ventura parlano la stessa lingua a livello calcistico; all’inizio della mia esperienza barese con Conte, mi sembrava di fare le stesse cose precedentemente viste con Ventura a Pisa. Ho appreso tanto da entrambi. Antonio aveva tutti gli ingredienti per diventare un grande allenatore: viveva con la squadra, chiedeva a ciascuno di noi come stessimo ogni singola mattina, aveva voglia di arrivare e tanta qualità mischiata ad esperienza calcistica. All’epoca fu fondamentale la presenza del professor Ventrone, il suo preparatore atletico, che ci faceva lavorare in maniera durissima, quasi al di là dei nostri limiti. Masiello? Quando lo vedo, spengo la televisione. Mi dispiace per lui perché è un buon calciatore, ma prima di essere giocatori, bisogna saper essere uomini".​

Il presente in casa Bari racconta di una classifica un po' deficitaria. Kutuzov, però, predica calma e ha parole al miele per la nuova gestione tecnica targata Grosso"Il Bari di oggi è una squadra ancora in fase di creazione; non so cosa manca ancora, ma comincia a intravedersi qualcosa di bello. Per vincere la serie B serve qualità, ma soprattutto compattezza di gruppo, dai giocatori fino ai magazzinieri. Stiamo parlando di una categoria lunghissima e pesante, nella quale conta soltanto avere continuità. Vincere è difficile ovunque, non solo a Bari. Se fai una campionato da protagonista, è ancora più complicato perché gli altri vengono a giocare contro di te in una certa maniera. Quella biancorossa è una piazza che vuole i risultati, essendo fra le migliori in tutto il panorama italiano. Dispiace che gli stessi risultati non siano all’altezza della realtà barese. E’ comunque importante mantenere l’equilibrio, soprattutto quando le cose vanno male, perché altrimenti il rischio è che i giocatori smettano di crederci". 

Intervista realizzata da Davide Abrescia e Antonio Bellacicco. 

 

Sezione: L'INTERVISTA / Data: Mer 04 ottobre 2017 alle 16:00 / Fonte: Intervista realizzata da Davide Abrescia e Antonio Bellacicco
Autore: Antonio Bellacicco
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