La Fondazione Taras registra con sorpresa l'annuncio di Elisabetta Zelatore e Antonio Bongiovanni di voler procedere alla cessione del 90% delle quote del Taranto F. C. 1927.

Tale comunicazione sorprende per diversi motivi, che vanno analizzati con lucidità.

Appare senz'altro anomala, in primo luogo, la decisione di porre in vendita una società già strutturata in tutte le caselle dirigenziali e tecniche - la qual cosa sarebbe indigeribile per qualsiasi acquirente esterno, che si ritroverebbe dinanzi all'impossibilità di operare proprie scelte, pure a fronte di un impegno economico rilevante (molto più del prezzo di vendita fissato, simbolicamente, a 1 euro).

Sorprende, inoltre, la tempistica della comunicazione, che giunge a poche ore dall'avvio ufficiale della nuova stagione, dall'avvio della campagna abbonamenti e dalla chiusura virtuale delle operazioni di mercato, che nelle previsioni del ds Volume, del tecnico Cozza, degli addetti ai lavori e degli operatori della comunicazione, hanno consegnato al club rossoblù un organico più che competitivo per la vittoria del prossimo campionato di serie D.

Per queste ragioni, diverse possono essere le interpretazioni circa gli obiettivi reali che soggiacciono all'annuncio dei due soci di maggioranza.

Ci chiediamo, infatti, se questa comunicazione non vada letta come un nuovo, inopportuno guanto di sfida lanciato alla città, nel tentativo di dimostrare, a poche settimane dall'avvio del campionato, che non esistono, esclusi i due soci attuali di maggioranza, altre capacità imprenditoriali interessate a realizzare un progetto calcistico a Taranto. Questo sembrerebbe trapelare anche dalle parole del presidente in un'intervista televisiva, che ha affermato che "noi con questo comunicato abbiamo solo voluto creare una condizione per fare chiarezza". In questo caso, inviteremmo Bongiovanni e Zelatore a comprendere che la fiducia dei tifosi va riconquistata sul campo, rispettandoli e non certo sfidandoli.

Un'altra possibile lettura dei fatti porterebbe a considerare l'annuncio dei soci di maggioranza come reale. Se così fosse, e l'intendimento fosse di valutare ogni offerta, chiediamo che le comunicazioni pubbliche siano sempre tempestive, e che il trust venga coinvolto in modo da poter svolgere il suo ruolo di trasparenza nei confronti di tutti i tifosi.

C'è poi un'altra evenienza da considerare: è possibile che i soci di maggioranza abbiano già pronto un acquirente a cui passare le proprie quote del Taranto F. C. 1927. Ci chiediamo, ad esempio, se questo eventuale acquirente non sia già stato rintracciato tra i soggetti che, a vario titolo, hanno potuto prendere parte ai processi decisionali del club nel corso dell'estate. Se così fosse, il quadro potrebbe diventare più chiaro in pochi giorni.

In ogni caso, l'unica cosa che serve veramente al Taranto è una gestione serena per un campionato di vertice, finalmente libero da ogni dannosa tensione.

Sezione: In primo piano / Data: Gio 27 luglio 2017 alle 15:01
Autore: Christian Cesario / Twitter: @otherside1993
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