Troppo brutta per essere vera: la Virtus Francavilla vista contro la Casertana ha messo in evidenza tutti i difetti di una squadra che sembra incapace di brillare così come aveva fatto a inizio stagione. Troppo banale voler ridurre tutto alla cessione di Andrea Saraniti, capocannoniere finito al Lecce nel mercato di gennaio, operazione allineata alla politica societaria di un club tra i più solidi e virtuosi della categoria.

L'attacco non gira, nel 2018 ha realizzato appena due reti e non segna da 4 partite. Fuori forma Anastasi, Parigi non brilla, ma l'impressione è che non sia una questione di singoli: non è Saraniti a mancare alla Virtus, è il tipo di lavoro che faceva Saraniti. Il riferimento offensivo che vada negli spazi, allunghi la squadra e crei spazi anche per gli inserimenti da dietro di centrocampisti ed esterni, fondamentali in questo tipo di gioco. D'Agostino incassa il colpo, adesso non vince da 7 giornate e il fattore vittoria inizia a pesare un po'. Chiede una scossa ai nuovi acquisti, ma servirà anche inventarsi qualcosa di importante per far tornare questa Virtus a giocare bene, così come ha fatto fino a poche giornate fa.

L'ultima bella prestazione dei biancazzurri coincide con la partita comunque persa a Catania, giocando però alla pari contro l'undici di Lucarelli. Da allora una squadra bulimica ha subito una fase involutiva importante, attutita dalla classifica e dall'ottimo lavoro fatto in precedenza. Ma è il momento di mettere un freno, in qualche modo, a un qualcosa che inizia a diventare preoccupante.

Sezione: In primo piano / Data: Mar 20 febbraio 2018 alle 16:35
Autore: Giuseppe Andriani / Twitter: @peppeandriani
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