È probabile che sull’aereo che portava la squadra giallorossa da Bergamo a Brindisi regnasse il primo silenzio surreale della stagione, che seguiva una pesante sconfitta. Se è vero che il Lecce affrontava quella che probabilmente è la squadra più in salute del campionato e che precedentemente aveva subito sconfitte più pesanti nel risultato, la partita di Bergamo ha messo a nudo tutti i limiti della squadra di Liverani: il Lecce ha infatti concesso un’importante mole di occasioni agli avversari, senza riuscire veramente mai ad impensierirla con la propria produzione offensiva. Il passivo sarebbe potuto essere più rotondo. Tutti i limiti del Lecce davanti alla loro nuova curva, pronta per l’inaugurazione, gli uomini di Gasperini hanno dato vita a una delle loro classiche prestazioni casalinghe, arricchite da duelli individuali e pressing asfissiante nella metà campo avversaria. Dal canto suo mister Liverani, visti anche i tanti acciacchi settimanali, ha scelto di affidarsi alla vecchia guardia, autrice della promozione in serie A.
La partita ha vissuto una prima fase di equilibrio, in cui il Lecce riusciva a trovare Falco o Mancosu tra le linee e a difendersi con ordine con quasi tutti gli effettivi oltre la linea della palla. Purtroppo, anche nella mezz’ora che ha anticipato il gol di Duvàn Zapata e che ha rappresentato il momento di maggiore equilibrio del match, l’Atalanta sembrava potere creare i presupposti per andare in vantaggio in qualunque momento. E questo non tanto con le azioni manovrate che hanno portato più volte sul fondo Castagne e Gosens, ma attraverso il pressing alto portato sulla linea difensiva giallorossa e sul regista Petriccione. In tal senso, tanti sono stati gli errori in fase di impostazione degli uomini di mister Liverani prima del gol di Zapata (solo il 78% dei 150 passaggi tentati sono andati a buon fine). Il tecnico ha infatti attribuito una parte della sconfitta al gol subito sull’ennesimo disimpegno palla al piede, che è stato in grado di cambiare l’inerzia della partita.
In realtà, al netto della superiorità tecnica dell’avversario, la partita ci ha mostrato prima di tutto la presenza di un gap elevato di fisicità tra le due squadre (già noto prima della partita) e di quel mix di malizia e furbizia, che sono elementi necessari ad una squadra che intende salvarsi. A tal proposito esemplificativa è l’occasione capitata sui piedi di Ilicic quando il risultato era ancora sullo 0-0, nata da un rapido capovolgimento di fronte dopo un tiro di Falco ribattuto centralmente e su cui si è aperto il campo. L’Atalanta ha comunque dominato la partita, sotto tutti i punti di vista, concludendo il match con un dominio territoriale (chiuderà la partita con un baricentro di 55,8 mt vs i 48,2 mt del Lecce) e tecnico, che preoccupa molto i tifosi leccesi. Il Lecce è uscito fortemente ridimensionato dal rinnovato Gewiss Stadium. I più preoccupati avranno notato come, nonostante il tempo passi ed il campione di partite inizi ad essere consistente, la squadra sia soggetta a ripetere errori su cui l’allenatore si è spesso focalizzato nelle conferenze pre e post partita, e di conseguenza in allenamento.
Al Lecce in questo momento sembra mancare un piano alternativo al classico modo di giocare palla al piede che lo ha contraddistinto nella scorsa stagione e che, al momento, sembra non emergere dal gioco e non essere qualitativamente adatto a confrontarsi sui palcoscenici della massima serie. La squadra costruita da Meluso ha un’impronta in tal senso ma, probabilmente complici alcuni ritardi di condizione, ciò che emerge è una manovra lenta, che rende sufficiente agli avversari apportare un pressing alto e intenso per riconquistare il pallone e colpire. È anche vero che finora il calendario ha messo di fronte al Lecce, in 7 partite, le prime 5 squadre del campionato, ma il fatto di aver ripetuto il canovaccio tattico delle partite contro le grandi, eccezion fatta per l’Inter, cela una forma di timore reverenziale. Proprio dal calendario, che dopo le prossime due sfide oggettivamente complicate, presenterà delle sfide più alla portata e dal primo gol segnato su calcio piazzato arrivano le uniche note liete di una domenica al termine della quale il Lecce si ritrova pienamente invischiato nelle zone calde della classifica e con tanti interrogativi, il cui compito di mister Liverani è trovare risposte al più presto.
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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