Ai microfoni di Canale 85, il mister racconta il percorso di crescita di tre protagonisti della promozione e racconta il suo rapporto con la società, il Presidente ed il direttore Meluso.

Un commento su tre protagonisti di questa stagione: La Mantia, Tabanelli e Tachtsidis: “Inizialmente, La Mantia lo conosceva solo il Direttore. Mi sono fidato totalmente, il ragazzo ha avuto qualche difficoltà nel trasferimento. Quando è arrivato qui, gli altri avevano un altro passo. Lui era quattro marce indietro rispetto agli altri.  Ha capito questa situazione e si è messo sotto per recuperare. L’ingresso in campo contro il Benevento e contro l’Ascoli mi aveva dato qualche preoccupazione. Prima di Livorno, alla luce di tutto questo, non lo avrei mai fatto giocare. Dopo la riunione con lo staff tecnico, il pensiero era comune. Feci una riflessione e mi dissi “vediamo se questo ragazzo è un animale da partita”, in allenamento mi aveva deluso. Lo feci partire dall’inizio e lì rispose benissimo con gol e assist, si sbloccò e piano piano raggiunse quella condizione fisica necessaria per fare una stagione del genere. Tabanelli, per serenità e positività, credo sia un giocatore che tutti noi addetti ai lavori vorremmo nello spogliatoio. È sempre positivo. Lo scorso anno ebbe delle problematiche. Alla fine della scorsa stagione, gli facemmo capire che non potevamo permetterci una situazione come quella appena passata, sarebbe stato deleterio per lui e per noi. Passò metà delle vacanze a lavorare per arrivare in ritiro pronto. È stato molto professionale ed è arrivato in ritiro con una grande condizione fisica. Non riusciva ad esprime le sue grandi qualità fisiche e di inserimento. Ha fatto il suo, lui non mi deve nulla gli ho solo indicato la strada. È un ragazzo molto intelligente e sensibile, si è preso le soddisfazioni che merita. Tachtsidis lo avevo perso dai radar, però, parliamo di un giocatore che tra i 18 e i 20 ha vinto tanto, non solo, ha giocato anche in piazze importanti. Questo, forse, lo ha pressato a dismisura anche sul piano delle responsabilità. Sulle qualità del ragazzo non c’erano dubbi, bisognava capire solo se fosse pronto a calarsi nella mentalità della serie B. Anche lui è un ragazzo buono e sereno, è venuto con umiltà ed è entrato subito in gruppo perché si è messo a disposizione. Questo gruppo ha una qualità rara, apre le porte a chi lavora per la squadra. Ci ha dato qualcosa in più sia tecnicamente sia fisicamente”.

Il rapporto con il Presidente, il Direttore Sportivo e la società: “I primi che ho conosciuto sono stati il Presidente ed il Direttore sportivo, con loro c’è un grande rapporto di stima e di grande rispetto dei ruoli e, soprattutto, tanta fiducia. Credo di avere la qualità di capire le persone che ho davanti. Lo ripeto anche a loro, il giorno che arriverà un momento negativo condito eventualmente dal sollevamento dell’incarico, ci sarà sempre un rapporto umano alla base. Tra noi c’è un grande rapporto di amicizia che rimarrà indelebile a prescindere dall'aspetto sportivo. Ci tengo a sottolineare la qualità di tutto lo staff dirigenziale. I fratelli Carofalo, Liguori, Stefano Adamo, il prof. Adamo e il dott. De Picciotto, insieme a tutto lo staff. Loro sono molto vicini sia a me che ai miei collaboratori come anche alla squadra e credo che, con equilibrio e serenità, rappresentino il lustro di questa squadra e di questa società”.

Sezione: Lecce / Data: Ven 24 maggio 2019 alle 18:00
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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