Il Lecce ha ufficializzato venerdì l'approdo alla corte di Liverani di Gianluca Lapadula, bomber 29enne, arrivato da una stagione oscura al Genoa, condita da troppi problemi fisici, tante sfortune e lunghe attese in panchina. In conferenza stampa ha dato la sua piena disponibilità a collaborare con i nuovi compagni e seguire gli orientamenti del tecnico.

Il ragazzo, nato a Torino, da padre di Savelletri (vicino Fasano) e madre peruviana (per cui si ritrova un doppio passaporto, che lo ha reso conteso tra due squadre nazionali), inizia la sua avventura calcistica nelle giovanili della Juventus, successivamente, al Parma e di lì gira molte società, alternando prestazioni maiuscole (come al Teramo, oppure al Pescara e anche nella maggiore esperienza al Milan o in Slovenia al Gorica) a prestazioni meno esaltanti (vedi il Genoa).

Lapadula si sente pronto al riscatto, dai suoi occhi risalta la grinta di chi si sente in credito verso il fato, di chi è pronto mordere il manto erboso e le sue parole confermano quello che traspare dall’atteggiamento. Calmo, pacato, serio, oculato nelle parole, ma desideroso di sfogare sul campo e con i fatti quello di cui è capace. “non voglio fare promesse, ma giocare da Lapadula”, dice con fermezza.

Un calciatore, che si sente pronto, sa di poter dare molto ed entra in punta di piedi nel nuovo spogliatoio: "Lascio il palcoscenico a chi ha dato una magia la scorsa stagione, mi impegnerò nel ritiro per convincere Liverani”. Due passaggi della conferenza stampa che lasciano poche interpretazioni: umiltà e fame di calcio. Le doti di un professionista perfetto per sposare la causa giallorossa.

Sezione: Lecce / Data: Dom 14 luglio 2019 alle 14:00
Autore: Giuseppe Rizzo
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