Il caso Madrepietra Daunia dovrebbe finire tra due giorni, quando scadranno i termini per mandare in porto le operazioni di iscrizioni al prossimo campionato di Serie D. Intanto il direttore generale Francesco De Cosmo, tramite un comunicato stampa, ha smentito le parole di Antonio Romagnoli, ex presidente della squadra di Apricena.

Ho avuto contezza, nella mattinata odierna, di dichiarazioni, poco lusinghiere, rese dal sig. Antonio Romagnoli, nei confronti del sottoscritto e dei miei soci. Premetto che, sino ad oggi, abbiamo mantenuto un certo riserbo su quanto accaduto nella stagione sportiva appena conclusasi, non per celare fantomatiche strategie, assunte da qualche pionere dell’informazione, ma, per rispetto della Città di Apricena e dei tifosi che con passione hanno incitato e seguito costantemente la squadra. E’ arrivato anche per noi, oggi, il momento di fare luce, su quanto realmente e documentalmente accaduto.

Orbene, al termine della stagione calcistica 2015/2016, vittoriosi del campionato di Eccellenza molisana, dopo travagliate vicende burocratiche,abbiamo finalmente coronato l’ambito traguardo della serie “D”. Non disponendo di una struttura sportiva idonea, allo svolgimento delle attività agonistiche previste dal Dipartimento Interregionale, abbiamo instaurato una fitta collaborazione con un esponente dell’amministrazione comunale di Apricena, per far si, che, le attività in questione, si svolgessero presso il “Madrepietra Stadium”, ricevendo, peraltro, da Questi, ampie rassicurazioni circa il supporto sia logistico che economico proveniente da sponsorizzazioni di aziende locali. Ci è stato chiesto di modificare la nostra denominazione sociale, aggiungendo il nome Madrepietra e, di consentire l’ingresso di due persone, di loro fiducia, all’interno della compagine sociale.  E’ superfluo rimarcare che, se Questo esponente dell’Amministrazione Comunale di Apricena, non si fosse prestato quale garante morale, il sig. Romagnoli, mai e poi mai, avrebbe potuto aver accesso alla Nostra Associazione.

Comunque, ad ogni buon modo, abbiamo avviato la stagione sportiva 2016/2017, dando fiducia gestionale a Questi appassionati e vogliosi dirigenti Apricenesi, i quali, immediatamente avevano inteso stravolgere totalmente sia la struttura della squadra, che, aveva conquistato l’agognato traguardo, sia la conduzione tecnica, poiché, a loro parere (?), non idonea a disputare un campionato superiore. Abbiamo assecondato le loro idee, seppur non condividendole, principalmente per ragioni di economicità. Mi spiego meglio, avevamo una compagine composta soprattutto da atleti locali, ben noti a tutti gli appassionati, atleti giovani ma, che, avevano già disputato campionati di serie D, e, alcuni anche di Lega Pro, e che, opportunamente integrati, avrebbero, a mio parere, potuto far certamente un campionato dignitoso e con un notevole abbattimento dei costi. Invece, Questi, profondi conoscitori di calcio, pur non comprendendo in virtù di quale esperienza, e, di una non meglio compresa strategia, avevano tesserato calciatori tutti provenienti da fuori regione, ai quali, oltre al rimborso economico, previsto nei limiti dell’art.94 ter del NOIF, bisognava garantire il vitto e l’alloggio.

Nonostante le perplessità, abbiamo assecondato il loro operato, anche perché, ad onor del vero, si prodigavano in modo spasmodico per il reperimento di sponsor per garantire le opportune risorse economiche. Il 10 ottobre 2016, con la squadra relegata al penultimo posto, in seguito a una vittoria, un pareggio e ben quattro sconfitte consecutive, abbiamo, di comune accordo con i “veri” esponenti della dirigenza Apricenese, quindi certamente non con il sig. Romagnoli, inteso sollevare dall’incarico Mister De Felice, con l’unico intento, di dare una scossa alla squadra, e, certamente, non per mettere in discussione l’operato del tecnico, ottimo professionista e instancabile lavoratore. Allo stesso tempo, avevamo concordato, di rescindere i contratti economici in essere con tre tesserati che, per varie motivazioni, ritenevamo, non adeguati al nostro progetto.

Tutto questo, ad un mese dall’apertura del cosiddetto ”mercato di riparazione”. Sono nate così, le prime incomprensioni, e, non volendoci assumere l’onere delle scelte scellerate e dissennate che stavano portando avanti, di comune accordo con i “veri” dirigenti Apricenesi, abbiamo nominato il sig. Romagnoli, Presidente.Da quel momento, la situazione, sia sportiva, che, gestionale, è totalmente andata in picchiata libera, con la squadra relegata al penultimo posto, ad un solo punto dall’ultima. L’allarme, vero, però, è scattato dopo appena 20 giorni di Presidenza del Romagnoli, quando, presso la nostra sede legale, a Castelnuovo della Daunia, sono pervenute due raccomandate, di cui preferisco non divulgare il contenuto, da parte di un Istituto di Credito con Agenzia ad Apricena. Da quel momento, non abbiamo avuto alcun rapporto con i dirigenti di Apricena, nonostante le nostre continue sollecitazioni di incontri, avviando un’attività giudiziale, a tutela dell’integrità morale ed economica della nostracompagine. L’attività giudiziale avviata, era ben nota ai “veri” dirigenti Apricenesi, e al sig. Romagnoli, atteso che ne erano stati resi edotti nel corso di una riunione avvenuta ad Apricena, presso un Istituto Scolastico, il 14 febbraio c.a.., presenti, peraltro, due noti professionisti, da loro invocati. Il 18 aprile c.a., il Tribunale di Foggia, si è espresso con un’Ordinanza esecutiva , accogliendo le nostre rimostranze e richieste. Da tempo, si era deciso che le rispettive strade dovevano necessariamente dividersi a campionato concluso, e, che la nostra associazione non avrebbe  giocato più ad Apricena, anche perché, la deroga di un anno, concessa dalla F.I.G.C.- L.N.D., sarebbe scaduta il 30 maggio 2017 e non era più rinnovabile. Tutto quanto sopra è ampiamente documentato e mi rendo disponibile a farlo visionare a chiunque ne faccia richiesta. Certo di aver fatto totale chiarezza".

Sezione: Serie D / Data: Mer 28 giugno 2017 alle 20:01
Autore: Francesco Ippolito / Twitter: @fraccio
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