Con i soldi dei sindacati finanziavano la Palmese (una delle avversarie del Bari in campionato) oltre che viaggi all’estero, acquisto di gioielli, immobili e auto ma la cricca è stata scoperta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Palmi che ha chiesto e ottenuto dal gip un sequestro preventivo di beni per circa 5 milioni di euro. Oltre alla società sportiva, un terreno e due fabbricati, le Fiamme Gialle hanno applicato i sigilli a numerose attività commerciali, Caf e associazioni sindacali con sede in Calabria, a Milano e a Roma. Dodici sono gli indagati.

Secondo la Guardia di Finanza, attraverso i centri di assistenza fiscale, il sodalizio criminale distraeva grosse somme di denaro, pubblico e privato, che doveva, invece, per legge essere trattenuto dall’Inps ai soggetti iscritti ai sindacati. Stessa fine facevano le quote versate dagli associati. Soldi che, attraverso transazioni finanziarie, finivano nei conti correnti degli indagati. I conti correnti dei sindacati erano diventati una sorta di “bancomat” che serviva a soddisfare le esigenze personali degli indagati che, stando all’inchiesta, avrebbero reiterato condotte di abusiva attività finanziaria. I soldi delle trattenute Inps e delle quote degli iscritti servivano pure per la gestione della Palmese, il cui vicepresidente è l’indagato Giuseppe Carbone, fino a poche settimane fa presidente della squadra di calcio.

Sezione: Serie D / Data: Gio 06 settembre 2018 alle 14:00 / Fonte: Il fatto quotidiano
Autore: Gianluca Sasso
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