Tanta Serie A ed un pizzico di gloria europea, nel cuore di Mauro Bressan, centrocampista classe 1971 nativo di Valdobbiadene, in provincia di Treviso. Ma nel suo passato c'è anche un pezzo consistente di Puglia. Prima l'approdo a Foggia nel 1994/95 (32 presenze ed 1 gol) e poi quello al Bari (57 presenze ed 1 gol, dal 1997 al 1999): tutto sempre e solo in Serie A. La redazione di tuttocalciopuglia lo ha intervistato, dividendosi tra passato e presente. 

Mauro Bressan, finalmente ritorna il calcio e nonostante il Coronavirus. 

"Per fortuna siamo quasi arrivati alla fine, non se ne poteva più di questo Coronavirus. Tra un po' riparte tutto, ed è giusto che ora si torni a giocare". 

Tutti ricordano ancora il suo gol in acrobazia in Fiorentina-Barcellona in Champions League, edizione 1999/2000. Ancora oggi uno dei capolavori più celebrati. 

"Ai miei tempi si cimentavano in tanti nel fare acrobazie. Ma questa categoria di acrobati sta diventanto sempre più rara. Ai ragazzi della mia scuola calcio insegno prima di tutto il divertimento. La tecnica è sempre più importante del fisico. Il calcio deve diventare pura esperienza nel fare tutto, sprigionare energia". 

In Puglia lei è stato allenato da Catuzzi e Fascetti: due stili di gioco praticamente agli antipodi. 

"Due allenatori agli antipodi, dici bene. Catuzzi si comportava quasi come se fosse Zeman, i dettami erano simili. Peccato per come è andata a finire a Foggia, nel girone di ritorno siamo crollati, anche fisicamente. Stavamo facendo davvero bene. Fascetti, invece, vive le sue sfide come se fossero partite a scacchi. Ma trovava sempre qualche intuizione capace di cambiare l'esito di una partita". 

In quell'annata, malgrado la retrocessione, sfioraste l'approdo in finale di Coppa Italia. Sarebbe potuto valere la partecipazione in Coppa delle Coppe. 

"Fummo eliminati dal Parma, ma battemmo l'Inter. Ripeto, avevamo una buona squadra, eravamo aggressivi e capace di operare anche dei bei tagli. Quando poi viene meno la condizione tutto cambia".

Foggia ora in D e che vuole rinascere. 

"Foggia, con lo stadio che ha, merita sicuramente palcoscenici ben più ambiziosi, a livello di Serie B e Serie A. Mi auguro possano risalire al più presto". 

Che ricordi ha invece della piazza barese? 

"E' un ambiente bellissimo, a volte questo dipende anche dai risultati ottenuti. Si creano unione e compattezza in tutto l'ambiente. Non c'è mai stato niente di negativo in tutta la mia esperienza.  Fascetti era un elemento importante non solo dentro, ma anche fuori dal campo. In generale da parte di tutti c'era senso di appartenenza. Sono stato davvero bene". 

A Bari solo un gol in due stagioni...

"Lo ricordo ancora, a Bologna. Purtroppo perdemmo fuori casa 4-3, ma dal punto di vista personale fu soddisfacente. Certo, fino ad un certo punto. Ma ho sempre segnato pochissimi gol in carriera. Ma è anche vero che questo percorso mi ha poi permesso di andare alla Fiorentina". 

In Puglia ha avuto modo di giocare con Masinga, Mancini ed Ingesson. Un pezzo del suo calcio che ora non c'è più. 

"Sono tre personaggi che mi sono rimasti nel cuore, sono andati via da noi troppo presto. Li ricordo però sempre con piacere, furono grandi protagonisti in quegli anni. Franco era taciturno ma leale, Ingesson un vichingo che non mollava mai. Masinga, invece, per me è stato un gigante buono. In area avversaria, però, faceva davvero molto male agli avversari". 

E poi la qualificazione all'Intertoto. Che il Bari non disputò mai...

"Si preferì rinunciare perchè fare quella coppa, secondo me, avrebbe portato un certo disagio non solo sulla preparazione atletica per la stagione successiva". 

Ora il Bari ha i De Laurentiis. Sarà la svolta decisiva? 

"Bari merita la Serie A, partiamo da questo presupposto. Come arrivarci? Non conosco certe dinamiche, ma è impensabile il fatto di prendere questo club e non portarlo il più in alto possibile. Ora, però, meglio pensare a questi playoff. Il Bari può e deve giocarsela e se non sale quest'anno, sale il prossimo. Non c'è altra strada". 

Foggia in C e Bari in B già dall'anno prossimo. Ci metterebbe la firma? 

"Assolutamente si. Sarei super contento". 

Sezione: Altre notizie / Data: Dom 07 giugno 2020 alle 15:00
Autore: Domenico Brandonisio
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