È passato un anno, ma in realtà per il Bisceglie che inizierà domenica a Rende il suo terzo campionato consecutivo di Serie C sembra passato un secolo. Breve riassunto delle puntate precedenti. Quasi un anno fa, il 26 agosto 2018, i nerazzurri debuttavano in Coppa Italia perdendo per 3-0 contro il Matera in un “Gustavo Ventura” chiuso al pubblico, con una squadra in via di dismissione visti i soli 14 giocatori a disposizione tra campo e panchina e con un allenatore (Prayer) subentrato a quello che aveva guidato la squadra in ritiro (Ginestra). Il tutto dopo aver rischiato addirittura la sparizione per via del trasferimento del titolo sportivo a Bari dopo il fallimento del sodalizio biancorosso.

Un anno dopo in riva all’Adriatico è cambiato tutto, o quasi. La riammissione dopo la retrocessione al termine del discusso doppio playout contro Paganese e Lucchese ha portato a un forte riavvicinamento tra il pubblico biscegliese e la società, quindi tra lo stesso pubblico e la squadra. A dimostrarlo il grande bagno di folla che venerdì scorso ha salutato la presentazione della squadra alla città, mentre un anno fa si allestiva in fretta e in furia un organico in grado di partecipare in maniera almeno dignitosa al campionato.

Alle certezze ambientali, ossia l'entusiasmo del pubblico e quello altrettanto importante della società, dovranno ora affiancarsi quelle tecniche. Sicuramente giusta la scelta, auspicata anche in questa sede, di confermare Rodolfo Vanoli come allenatore. Il tecnico ha svolto un grande lavoro nelle difficoltà dello scorso anno e meritava la possibilità di giocarsi le proprie chances dall’inizio della stagione. Toccherà a lui trasformare un gruppo profondamente rinnovato dal mercato in una squadra unita e capace almeno di raggiungere la salvezza senza eccessivi patemi d’animo. Ma toccherà a lui anche temperare, con il suo grande pragmatismo, gli eccessi ai quali talvolta l’entusiasmo può portare. Il campionato non sarà semplice e la quarta stagione consecutiva tra i professionisti andrà sudata dal primo minuto della prima partita all’istante finale dell’ultima. Un lavoro che dovrà essere condiviso dalla società e recepito nel migliore dei modi da una piazza giustamente desiderosa di rituffarsi nel calcio giocato e di lasciarsi alle spalle le tribolazioni, sportive e non solo, degli ultimi dodici mesi.

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Sezione: L'editoriale / Data: Mer 21 agosto 2019 alle 00:00
Autore: Vincenzo Murgolo / Twitter: @@VincenzoMurgolo
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