A 574 giorni di distanza dall’ultima volta (6 maggio 2018, vittoria per 4-2 a Fondi), Gianfranco Mancini è tornato a sedere sulla panchina del Bisceglie e lo ha fatto in un momento delicatissimo della stagione e, probabilmente, della storia recente del sodalizio nerazzurro. Per un curioso scherzo del destino (“corsi e ricorsi storici”, avrebbe detto Giambattista Vico), la seconda avventura biscegliese del tecnico di Polignano a Mare è iniziata esattamente come era iniziata la prima, ovvero con un pareggio: 0-0 in casa contro il Cosenza l’11 marzo 2018, 2-2 esterno contro la Cavese due giorni fa.

A Castellammare di Stabia si è visto un Bisceglie che sul piano della buona volontà ha fatto intravedere progressi non da poco, a cominciare dalla capacità di reagire già intravista contro la Paganese e, in parte, a Monopoli, ossia nelle ultime due partite della gestione Pochesci. La forza di volontà e la determinazione dei giocatori nel non considerare già segnate le sorti di questa stagione sono due aspetti di non poco conto, visto quanto accaduto nell’ultimo mese e mezzo al di là del rendimento in campo.

Intanto, guardando il calendario, emerge come il Bisceglie sia atteso da qui alla fine del 2019 da due scontri diretti fondamentali contro Rieti e Rende, intervallati dalla partita casalinga contro una Vibonese che veleggia in zona playoff e che nell’ultimo turno ha strapazzato a suon di gol la Sicula Leonzio. Quelle contro laziali e calabresi rappresentano due snodi fondamentali per provare a mantenere il terz’ultimo posto e, magari, provare ad accorciare nei confronti di chi sta davanti. Ma i calcoli senza punti, in questo momento, rischiano di rappresentare uno sforzo intellettuale decisamente improduttivo.

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Sezione: L'editoriale / Data: Mar 03 dicembre 2019 alle 00:00
Autore: Vincenzo Murgolo / Twitter: @@VincenzoMurgolo
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