Anche il calcio pugliese ha nel suo piccolo delle favole da raccontare. Piccole squadre che sono diventate grandi: dai campi di terra battuta alla possibilità di incontrare alcune tra le squadre più blasonate a livello nazionale. Al Nardò, una delle principali realtà del calcio salentino, è accaduto due volte ed in due periodi storici distinti. Il primo va dal 1965 al 1969, il secondo dal 1998 al 2002. Favola che ha vissuto momenti esaltanti ed altri meno, ma senza pervenire ad un lieto fine. 

Il lungo appuntamento con la storia parte il 22 maggio 1965: la formazione neretina vince il suo girone di Serie D ed approda in Serie C per la prima volta nella sua storia. Di quella squadra si ricordano Ulivo, Remini, Povia, Masulli, Basso, Dugini, Ienco, Chiriatti, De Francesco, Treglia e Foscarini. L'esordio è sul campo del Cosenza (0-0), ma si affrontano anche big del calibro di Bari, Lecce, Ascoli, Avellino, Taranto, Pescara e Salernitana. Ma la salvezza arriva in seguito al positivo esito dello spareggio contro il Savoia (2-0, Taiano e Nedi). I campani, negli anni '20 vice-campioni d'Italia alle spalle del Genoa, retrocedono in D assieme al Chieti. Salvezze un po' più tranquille, ma sempre con un margine ridotto rispetto alla prima delle retrocesse, sono quelle delle stagioni 1966/67 e 1967/68: all'elenco dei club blasonati e dei derby si aggiungono anche Trani, Crotone, Frosinone e Ternana. Ma alla fine della stagione 1968/69 arriva la retrocessione: terz'ultimo posto, con la Massiminiana che la spunta per un solo punto (32 a 31). La città, nonostante ciò, ha avuto modo di farsi conoscere e soprattutto di riapparire, per la prima volta, sugli album Panini con tanto di formazione tipo. 

Gli anni poi passano, ma resta intatta la passione. E si torna a sognare, a metà anni '90, con l'avvento di Papadia. La C2 (nel frattempo c'era stata la riforma dei campionati, con la creazione anche della C1) diventa realtà al termine della stagione 1997/98: dopo anni di sofferenze - ed un brutale spareggio perso a Taranto contro i rivali del Tricase - ci pensano Boccolini e bomber Vantaggiato a trasformare il sogno in realtà. Nel 1998/99 la salvezza arriva col dodicesimo posto: si affrontano squadre del calibro di Catania, Messina e Catanzaro. Nel 1999/00 il 15° posto finale ed i successivi playout persi sembrano porre fine ad ogni sogno, ma arriva puntuale il ripescaggio. Buon per Pino Giusto, tecnico barese della stagione 2000/01: il suo ottavo posto finale costituirà (e ancora oggi costituisce) il punto più alto del calcio locale degli ultimi cinquant'anni. Alle big affrontate, nel frattempo, si unisce il Foggia, che soltanto un lustro prima giocava in A. 

Il canto del cigno arriva nella stagione 2001/02: un anno negativo, nonostante l'inizio incoraggiante: vittoria all'esordio contro la Palmese e pareggi contro Fasano e Cavese. Il pareggio dell'ultima giornata contro il Giugliano (1-1) condanna il toro ai playout. Avversari, anche stavolta i metelliani: 0-0 in Puglia, 2-0 metelliano al 'Lamberti'. Ironia della sorte, il club della provincia di Salerno vanificherà il tutto a causa di un illecito sportivo. Ma il Nardò non ne approfitta ed anzi saluta, nel giro di poco tempo, anche lo stesso Papadia. Nostagia del passato, nel bene e nel male, sperando in un futuro migliore.  

Sezione: NARDÒ / Data: Sab 02 maggio 2020 alle 19:15
Autore: Domenico Brandonisio
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