Dichiarazioni al veleno di Giuseppe Genchi: il capitano del Taranto, intervenuto durante la trasmissione TifoWeb, ha ripercorso la sua stagione con la maglia rossoblù. La punta ex Potenza e Monopoli ha parlato del suo rapporto con Ragno e Panarelli e ha evidenziato anche alcuni fattori legati ai risultati negativi ottenuti dagli ionici nel corso dell'utimo campionato di Serie D.

"Con Ragno venivo impiegato nel mio ruolo naturale, in attacco: con lui avrei segnato di più. Quando è andato via le cose sono cambiate, mi è stato chiesto altro: da professionista sono stato costretto ad adeguarmi alle nuove direttive, ma la gente non può pensare che possa fare gol giocando in un ruolo che non è il mio. Il bravo allenatore si vede soprattutto quando riesce a tirare fuori il meglio da ogni calciatore. Evidentemente, il modulo tattico di Ragno esaltava le mie caratteristiche, con Panarelli mi sono sacrificato. Credo di non essere stato il solo, e quando snaturi troppo una squadra, a risentirne è la qualità".

Il centravanti barese conferma anche i problemi interni tra giocatori e staff: "Lo spogliatoio è sacro. Immaginate che all'interno di quelle quattro mura ci sia una piantina: se ogni giorno si alimenta sopravvive, ma se al posto dell'acqua ci metti del veleno appassisce e muore. In uno spogliatoio ci vuole rispetto per il gruppo, non bisogna nascondersi parlando all'orecchio. Tutte queste cose avvelenano l'ambiente. Cosa è successo? Non lo dirò mai, ripeto: lo spogliatoio è sacro. Purtroppo, sono state fatte delle scelte a cui non si è più potuto porre rimedio. Un esempio? Il mercato. Sono andati via diversi calciatori di qualità, ma non tutti sono stati rimpiazzati: la qualità c'era, ma numericamente eravamo pochi".

L'attaccante parla anche di una sua permanenza in riva allo Ionio: "Resterò solo se funzionale al progetto. In caso contrario, andrò via perché non voglio essere di peso a nessuno".

Sezione: Taranto / Data: Lun 01 giugno 2020 alle 14:15
Autore: Christian Cesario / Twitter: @otherside1993
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