Era necessario attendere qualche giorno in più per analizzare la sfida di Roma contro la Lazio, soprattutto, conoscere la decisione della società in merito al torto arbitrale subito. Ora, a bocce ferme e a mente fredda, possiamo tornare a parlare di calcio giocato. La sfida dell’Olimpico ha mostrato definitivamente la crescita della squadra giallorossa, confermando quanto visto nei precedenti 4 risultati utili consecutivi. Al termine della partita, ancora una volta, è prevalso il rammarico per aver dato forse vita ad una delle migliori interpretazioni collettive stagionali, senza portare a casa alcun risultato. D’altro canto, al loro cospetto, gli uomini di Liverani hanno trovato una Lazio imbattuta da 6 turni in campionato e che, in questi ultimi, aveva messo a segno sempre almeno due reti. Molto del merito di questo dato deriva dalla presenza di giocatori di altissima qualità tecnica (la Lazio può vantare un “quadrilatero” offensivo composto da Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Immobile e Correa) che, non a caso, sono stati direttamente coinvolti nelle azioni da gol dei biancocelesti.
La partita è stata inizialmente condotta dalla Lazio, che sembrava poter colpire il Lecce proprio utilizzando la qualità dei propri giocatori offensivi. In realtà, il Lecce è stato abile a tenere alta la concentrazione difensiva, realizzando 8 anticipi e 9 disimpegni, prima dell’azione del gol che ha portato in vantaggio la Lazio: una classica imbucata fino a quel momento letta benissimo dalla linea difensiva giallorossa. Il Lecce ha dato comunque vita anche ad una partita di alto livello in zona offensiva, sia prima di subire il gol del vantaggio biancoceleste che dopo. Se infatti ripensiamo alle partite, in casa e trasferta, contro le big, ricordiamo intere fasi della partita in cui la squadra di mister Liverani si affidava solo ed esclusivamente ad una fase, quella difensiva, non riuscendo a proporre gioco oltre la metà campo avversaria. Nella gara dell’Olimpico invece il Lecce ha prodotto diverse occasioni, distribuendole in maniera equa lungo tutto il corso della partita (sui 19 tiri totali, 9 sono stati realizzati nel primo tempo e 10 nel secondo), tenendo un baricentro medio nel complesso superiore a quello della Lazio (51,6 metri vs i 49,1 metri biancocelesti).
Da sottolineare ancora una volta poi, c’è stata la tenacia successiva al gol subito. Così come accaduto in altre partite, la caratteristica principale di questo Lecce sembra la capacità di reagire immediatamente ai gol subiti, producendo azioni offensive che quasi sempre mettono in difficoltà gli avversari. Purtroppo la svolta della partita è avvenuta sullo sviluppo negativo di un episodio arbitrale favorevole. Dopo il rigore sbagliato da Babacar e l’annullamento del gol di Lapadula, la squadra è sembrata avere un passaggio a vuoto soprattutto mentale che ha consentito alla Lazio di scavare un solco ormai troppo grande da colmare, nonostante la volontà e le occasioni avute dal Lecce negli ultimi 10 minuti.
Al netto degli episodi arbitrali, non del tutto chiari, e su cui la Società ha scelto di non intraprendere azioni, la partita dell’Olimpico fa tornare mister Liverani a casa con molte certezze in più. Il Lecce sembra una squadra capace di interpretare bene entrambe le fasi e la qualità del gioco sembra ormai essersi alzata notevolmente (basti pensare al dato sui passaggi completati che ormai si attesta costantemente sopra l’80%). Se manca ancora qualcosa è quel pizzico di malizia e di esperienza per saper gestire alcune fasi calde della partita, in cui gli episodi possono fare la differenza. Per questo, il prossimo scatto che i tanti tifosi accorsi all’Olimpico e quelli in Salento si attendono da questa squadra è la capacità di restare sempre attaccata alla partita e di continuare a produrre calcio offensivo, in modo tale che gli elogi ed il bel gioco espresso si trasformino anche in risultati utili all’obiettivo finale.
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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