Intervenuto nel corso della trasmissione 'Dentro la rete' l'ormai ex dg Montella ha espresso il suo punto di vista sulla situazione attuale del Taranto: “Sono dispiaciuto - dice - per i tifosi e per quello che sta succedendo al Taranto. Sono dispiaciuto anche per aver lasciato a metà un progetto, ad oggi non ho ancora capito quali sono stati i motivi del mio allontanamento. Ci ho messo tutto me stesso, ci credevo: non avrei mai abbandonato la barca. Bisogna dare atto al presidente Giove di aver fatto una campagna acquisti importante, ma la squadra è stata costruita male e senza seguire le giuste indicazioni, questo lo dice il campo. Bisogna dire con onestà intellettuale che Giove ha avuto la pecca di aver fatto troppo il tifoso e poco il presidente, andando dietro agli umori, ai consiglieri, i “consiglioli”, i tanti finti amici che gli si sono avvicinati. Avevamo puntato ad un progetto con Ragno e Sgrona, secondo me si doveva continuare fino alla fine e tirare le somme a giugno. D’Agostino è stato un altro capro espiatorio, andato via senza sapere il perché. Non mi è piaciuto come è stato mandato via".
E ancora: "Un altro motivo di litigio con il presidente è stato sulla campagna abbonamenti: avrei voluto ripetere una campagna con prezzi popolari e con altre iniziative, ma Giove mi fece notare che aveva investito molto e che i tifosi gli avrebbero dovuto ridare i soldi spesi. Con uno stadio così capiente potevamo fare un altro tipo di campagna abbonamenti ma non ne ha voluto sapere. Attualmente non ho rapporti con Giove dopo essere stato esonerato via facebook. Per me sarebbe bastata una stretta di mano, da signori. Ho lavorato fino al 13 dicembre, mi è stato dato la metà del pattuito, ma per il bene di Taranto non ho preteso altro. Posso tornare a Taranto a testa alta e con piacere perché sia io che mia moglie amiamo questa città".
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