Fase cruciale per il calcio italiano in vista della prossima stagione agonistica: le scadenze incombono, diverse compagini sono in difficoltà ed altre, invece, giocano d’anticipo. Di mezzo, inoltre, vi è il calciomercato, che ufficialmente aprirà i battenti il 1 luglio ma che, ufficiosamente, fa già registrare diverse trattative. Ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com è intervenuto il Direttore Sportivo Gianluca Torma, reduce dall’esperienza di Messina in D e che, nel suo curriculum, vanta anche altre esperienze di primaria importanza, tra le quali quelle alla Ternana, al Cerignola, all’Andria e al Matera.

Direttore, al momento è alla ricerca di un progetto duraturo nel tempo: l’esperienza di Messina, tribolata dal punto di vista societario, cosa le ha lasciato?
Parto dal presupposto che, per un Direttore Sportivo, subentrare a stagione in corso è sempre complicato: il nostro è un ruolo che richiede progettualità e, soprattutto, coraggio nelle scelte sin dall’estate. Al momento del mio arrivo, Messina viveva una situazione complicata: a dicembre sono stato ‘costretto’ a cambiare l’intera rosa, mandando via diversi calciatori e facendone arrivare altri, il tutto con un budget limitatissimo. In ogni caso, siamo riusciti a salvarci e, soprattutto, a raggiungere una finale di Coppa Italia, seguiti sugli spalti da 7000 persone: per me, questi, sono risultati di assoluto prestigio”.

Domani potrebbe essere una giornata decisiva: scadono, infatti, i termini per inoltrare domanda di iscrizione in Serie C.
Sicuramente si avrà uno scenario molto più limpido e trasparente: la nuova governance di Gravina e Ghirelli punta a dare un taglio netto rispetto al recente passato, in cui si sono verificate situazioni al limite del surreale. Sono certo che si applicheranno criteri rigidi: il format in C rimarrà a 60 squadre, ma spero vivamente che venga data la possibilità di fare calcio soltanto a chi è solvibile. Servono certezze, altrimenti si perde in termini di credibilità”.

Situazione dai due volti in Puglia: da un lato “isola felice”, dall’altro luogo di difficoltà.
La Puglia, nel recente passato, ma non solo, ha sempre annoverato tante compagini tra i Professionisti: mi preme complimentarmi con società importanti come Lecce, Virtus Francavilla e Monopoli, da sempre apprezzate. Il Bari, con la gestione-De Laurentiis, potrà realmente togliersi grosse soddisfazioni. Spero di rivedere in C, al più presto, anche il Taranto: qualche tempo fa feci una chiacchierata con il presidente Giove, ma non vi furono gli estremi per una trattativa reale. Infine, sono contento che squadre come Casarano e Brindisi siano riuscite a tornare in D”.

Lei ha citato prima il Bari di De Laurentiis, capace di “stracciare” il Girone I di Serie D: sulla base delle sue esperienze a Cerignola e Messina, è realmente così ampio il divario tra raggruppamento H ed I?
Sì, esiste un divario netto: nel Girone H militano squadre ambiziose che, ai nastri di partenza, partono con il presupposto di far bene. In quello I, invece, ci sono molte più difficoltà, anche in termini infrastrutturali, ma anche di seguito: mi sono approcciato alla D soltanto due volte e posso dire di aver notato queste differenze”.

Direttore, quale potrebbe essere la sua prossima meta?
Ho ricevuto chiamate interessanti sia dalla Serie C, che dalla Serie D: mi sono state proposte delle offerte sulle quali sto riflettendo: voglio decidere con calma, senza forzare la mano per evitare di commettere degli errori. Il mio unico scopo è quello di poter lavorare con serenità, costruendo un progetto serio e duraturo nel tempo”.

Dalla Puglia le è giunta qualche offerta?
Difficilmente il mio futuro sarà in Puglia, sono in ballo anche altre situazioni verso il Nord-Italia, ma ripeto: la prerogativa è quella di incontrare una società che mi permetta di lavorare, senza che il risultato di un singolo incontro condizioni il lavoro svolto”.

Un’ultima questione riguarda soprattutto il ruolo del DS in generale, spesso “additato” in termini di responsabilità sin dalle primissime difficoltà.
E’ una problematica concreta: il Direttore Sportivo è una figura importante e seria, credo che chi non si avvalga di questo profilo commetta un grave errore. Purtroppo, però, pur di lavorare un DS ‘accetta’ anche determinate imposizioni societarie, con il rischio di pagare le conseguenze per scelte non sue: alla base di tutto dovrebbe esservi soltanto meritocrazia”.

Sezione: Altre notizie / Data: Dom 23 giugno 2019 alle 11:45
Autore: Vito Salvatore Di Noi
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