La stagione del Bari è un totale fallimento, inutile nascondersi. I biancorossi chiuderanno il campionato fuori dai playoff e quasi sicuramente oltre il decimo posto in una Serie B che sembrava aspettare gli uomini di Colantuono sino all'ultimo. A Bari è caccia al colpevole: chi sono gli artefici del disastro biancorosso?  La tifoseria non ha dubbi, Colantuono e Sogliano sono i responsabili di questa situazione.

Al mister Colantuono viene imputata la totale assenza di gioco e di un’identità tattica alla squadra: dall’infortunio di Brienza, il Bari è stato un disastro sia dal punto di vista dei risultati che dal punto di vista del gioco. Ma può un allenatore come Colantuono sopperire miseramente a causa dell’assenza di alcuni giocatori, seppur i migliori? E’ possibile che il Bari sia stato capace di perdere su qualsiasi campo della serie B senza opporre minima resistenza, senza tirare in porta e senza mordente? E’ possibile non riuscire a trovare una soluzione tattica all’assenza dei giocatori chiave? Tutto questo è stato possibile e Colantuono ha subito passivamente una situazione che è andata peggiorando giornata dopo giornata.

Per tracciare un bilancio sul direttore sportivo Sogliano bisogna riavvolgere il nastro e partire dall’inizio della stagione: è vero che Stellone non è stato scelto dal Ds Sogliano ma l’ex Genoa non è riuscito a creare quell’empatia tra tecnico, squadra e società che ha poi portato dopo 13 giornate all’addio del tecnico ex Frosinone. Anzi è sembrato il Ds non aspettasse altro che esonerare Stellone per scegliere un allenatore da lui caldeggiato. Gli errori, però, in sede di mercato sono molteplici: in estate si è allestita una rosa sicuramente con parecchie lacune, che la società ha provato a colmare a gennaio senza alcun risultato. Diversi i giocatori che hanno reso al di sotto delle aspettative e che rappresentano, ad oggi, delle zavorre sulle casse della società ma da cui inevitabilmente si deve ripartire. Ad un’estate non dei migliori, si è aggiunta una campagna invernale da cancellare: tanti acquisti, anche blasonati, ma che avevano giocato poco e niente nelle rispettive squadre. Molti di loro, dopo un inizio sprint, si sono fermati ai box e non hanno costituito quel valore aggiunto che avrebbero dovuto rappresentare. 

Dulcis in fundo: non è stato il sergente di ferro, una delle caratteristiche principali per cui era stato  ingaggiato. Sean Sogliano è conosciuto per essere un Ds dal polso duro e presente nello spogliatoio: nessuno mette in dubbio che ci sia stato, ma è possibile che questo sia il massimo di questa squadra? Tanti interrogativi a cui nessuno darà una risposta.

Nel calderone non può non finire il presidente Giancaspro, che ha fatto sicuramente il possibile ma ora l’invito è quello di essere chiaro. Il piano industriale, che ha fatto tanto discutere, sembra finito nel dimenticatoio: ora la società deve capire che tipo di strada vuole intraprendere. L’invito della Nord oggi non lascia spazio a commenti: “Per vincere bisogna programmare”. E’ arrivata l’ora: dopo l’ennesima annata improntata sull’improvvisazione, bisogna programmare e pensare al futuro. Imbastire un progetto ed avere un pizzico di coraggio: presidente Giancaspro, dopo i suoi tanti sforzi economici, ora ha il compito di essere chiaro. Lo deve a quei tifosi che ancora ieri erano presenti sugli spalti del San Nicola, avendo preferito assistere all’ennesimo scempio piuttosto che sdraiarsi comodamente al sole. Il futuro è nelle vostre mani, presidente!

Sezione: Focus / Data: Lun 15 maggio 2017 alle 13:04
Autore: Davide Abrescia
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