Roberto Rambaudi, ex calciatore del Foggia, in un'intervista rilasciata a gianlucadimarzio.com ha parlato della sua nuova avventura da allenatore: "Io come Sdengo? Mai. Zeman è unico, inimitabile, io non ho la pazienza di aspettare e giocare in contropiede. Mi piace un calcio propositivo e veloce. Gradoni? Se avessi la possibilità li farei eccome! Ma anche i 1000 metri, bisogna saper lavorare sulla fatica, come facevamo noi con Zeman...".

Sul suo passato e Zemanlandia, poi, Rambo svela: "Zeman vent'anni fa era già 30 anni avanti agli altri. E dopo tanto tempo penso che il suo calcio sia ancora fattibile, basta creare il gruppo. Ha scoperto una sfilza di talenti che con altri allenatori non giocavano neanche in partitella. Deve lavorare con gente che ha fame! Il calcio di Zeman non è proponibile con giocatori che non hanno voglia di soffrire, ma ha successo con chi si vuole affermare".

"Stavamo bene - prosegue - siamo cresciuti insieme nelle difficoltà. Il primo anno che ho fatto non potevamo uscire di casa, eravamo ultimi in classifica e ci rigavano le macchine, ci riempivano di insulti. Poi ci siamo salvati e l'anno successivo è arrivata la promozione in Serie A.Eravamo tutti bravi ragazzi, voglio ricordare soprattutto Franco Mancini (scomparso nel 2012 ndr). Era come Bob Marley, suonava la batteria. Eravamo noi, capito? E Zeman sapeva sceglierci bene. Il primo incontro? Eravamo io, Signori, Grandini e Nunziata. Arrivano il presidente Casillo, il ds Pavone e Zeman. Casillo disse così: "Sdengo, chi ci hai portato? Sono tutti gracilini...". E lui: "Si spezzano, ma non si rompono". Signori è mio fratello. Abbiamo giocato tanti anni insieme, con Baiano stavamo benissimo in campo. Ricordo quando arrivò a Foggia, Zeman lo chiamò bomber e lui si stupii. Aveva segnato solo 5 gol con il Piacenza, poi...".

Sezione: Foggia / Data: Dom 03 settembre 2017 alle 18:06
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @MagriDen
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