Questa mattina l’ormai ex tecnico del Foggia Giovanni Stroppa ha salutato i giornalisti in un’ultima conferenza stampa organizzata a Villa Reale.
“Mi sembra giusto dopo tutto quello che si è fatto insieme, poterlo fare di persona”: esordisce così mister Stroppa, un po’ commosso. E poi continua: “Visto che non ci è stato il modo nelle varie vicissitudini alla fine del campionato. Oggi ho voluto prendere l’occasione di incontrarvi proprio per potervi dare delle motivazioni”.
Stroppa fa poi un riassunto della sua avventura alla guida del Foggia: “È iniziato tutto due anni fa, arrivando qua in una situazione veramente difficile con tutto quello che siamo riusciti a fare insieme. Parlo di tutto lo staff, dei giocatori soprattutto. Senza di loro non si sarebbe fatto nulla. Il percorso qui a Foggia è stato straordinario, strepitoso per quanto riguarda quello che mi avete dato nonostante qualche contestazione, qualche vaffanculo. Però l’ho fatto sempre col cuore in mano, perché quando dissi nella prima conferenza stampa “sono l’uomo giusto nel momento giusto” posso dire senza presunzione di essere stato l’uomo giusto per il Foggia. Le critiche erano soltanto espresse da chi si portava una situazione negativa, che poteva vanificarsi in nulla. A testa bassa ho sempre cercato di lavorare per me, per la città. Venire qua a Foggia non è una scelta normale, perché Foggia vive di calcio. Quell’obiettivo raggiunto dopo diciannove anni è stata una rivalsa per tutti. Siamo ripartiti in questa stagione cercando di fare un campionato competitivo, ci siamo riusciti per quanto riguarda il gioco. Non nel girone d’andata, i numeri potevano sembrare impietosi. A gennaio ci siamo rinforzati è questa stagione è culminata da un girone di ritorno strepitoso”.
Sul suo abbandono: “Consentitemi di dire: Lascio nel momento giusto. Non voglio passare da traditore, da chi lascia in difficoltà la società e se ne va. Ma probabilmente sono arrivato al culmine di quello che potevo dare a questa società e a questa città. La mia è soltanto una scelta tecnica. È vero che con i presidenti c’era un accordo verbale, dove potevo andar via soltanto con un salto di categoria. Ma questa è una scelta mia, di lavoro e nient’altro. Con il massimo rispetto per i tifosi, per i giornalisti e per la società”.
Come mai Stroppa si è dichiarato allenatore del Foggia 2018-2019 dopo la partita col Frosinone? “Era difficile nella tempistica poter dire qualcosa di diverso. Perché avrei alimentato dubbi, mi sarei esposto in maniera preziosa visto che avevo un contratto in essere. Avrei messo di fronte a un dubbio tutti quanti. La comunicazione in quel momento doveva essere quella”.
Per mister Stroppa cosa cambia a Crotone? “A Crotone cambiano le motivazioni. Cambia il modo perché bisogna ricominciare da capo. Qui probabilmente le mie motivazione sono venute meno. Capisco il risentimento ma lascio nel momento ideale perché probabilmente Giovanni Stroppa non può dare di più di quello che ha dato fin qui. Ci sono numeri eccezionali, c’è stato probabilmente il ritorno di qualcuno che poteva essere scettico. Credo e mi auguro di aver lasciato e di poter lasciare un ricordo positivo. È una scelta che mi sembra normale, tra virgolette”.
Sul suo addio aggiunge: “Qualcuno mi aveva consigliato di andare via dopo aver vinto. Ma l’anno scorso avevo le motivazioni per andare avanti, sono andato avanti. Passando però attraverso situazioni veramente difficili. A gennaio eravamo terzultimi, alla fine del campionato a due punti dai playoff. Impensabile. A questo punto direi che qualcosa in più non riuscirei a darla”.
Sul direttore sportivo Luca Nember: “Non ho mai litigato con lui. Per me Nember è stato un valore aggiunto, nella scelta dei giocatori condivisa con me. Nel momento in cui ha fatto un certo tipo di mercato, abbiamo scelto gli uomini giusti, il rapporto si è consolidato. Ho anticipato a lui la possibilità di fare una scelta diversa e sono arrivato con la consapevolezza che era quella giusta”.
Poi Stroppa ribadisce: “La scelta è solo ed esclusivamente mia. So quanto mi hanno dato Franco e Fedele Sannella. So quanto mi hanno dato Di Bari e Nember. Mi dispiace che siano dispiaciuti. Non ci sono motivi di dissidio con nessuno”.
Stroppa ufficializza dunque il suo addio ai colori rossoneri: “Ho rescisso poco fa il mio contratto. Ufficialmente non sono più l’allenatore del Foggia. Ho rinunciato ai tre stipendi. La penalità non mi avrebbe mai spaventato, non è quella la motivazione per cui ho lasciato. Sicuramente il fatto di potermi aver annunciato la cessione dei giocatori più importanti e la proposta di un ridimensionamento tecnico potrebbe aver influito. Ma capisco le difficoltà della società e non do la colpa a nessuno”.
Stroppa ha annunciato il ritiro in Trentino però poi ha abbandonato la panchina dei satanelli: “Avevo dentro di me quella motivazione, ma ho cercato di fare le cose come se fossi l’allenatore del Foggia”.
Cosa resterà di Foggia a mister Stroppa? “Foggia mi ha sempre dato una magia, qui non mi sono mai sentito un allenatore normale. Scusatemi ma credo che oggi lo posso anche dire, non ho mai voluto fare dichiarazioni d’amore o da sembrare ruffiano per avere qualcosa in cambio. Quando sono arrivato credevo e pensavo di avere un credito per quello che ho fatto da calciatore, ma non è stato così, mi sono dovuto guadagnare tutto. Io mi sono sempre sentito il condottiero, a fare scudo e a mettere l’armatura. L’ho fatto col sorriso tra le labbra, ho avuto delle difficoltà all’inizio perché il mio modo di pormi non era in linea con quello che potevate aspettarvi. Ma avete imparato a conoscermi e anche col sorriso tra le labbra si riesce a fare un lavoro sporco. E di questo sono orgoglioso. Quando porti in giro quattromila persone e sei riconoscibile per il gioco, tifosi, società, giocatori... È motivo di orgoglio che nessuno mi potrà mai togliere. Io ho ricevuto tantissimo. E dei vaffanculo chi se ne frega. Ve lo dico col cuore in mano, vi ringrazierò sempre perché prima Foggia era qualcosa di speciale e da allenatore lo è diventato ancora di più. Quindi non me lo toglierà mai nessuno. Ieri passeggiavo per strada e incontravo gente che mi faceva venire la pelle d’oca, era dispiaciuta perché me ne vado. Spero voi comprendiate la mia scelta, esclusivamente scelta. Magari la sbaglierò come ho sbagliato i cambi (ride, ndr) e ho deciso di fare questa scelta”.
Su un suo eventuale rinnovo: “C’era un discorso verbale ma poi non si è fatto più niente. Ma non è stata una delle motivazioni che hanno portato all’addio”.
Una delle motivazioni che hanno potuto influire sul suo addio però può essere stata la mancanza di una "casa" per quanto riguarda gli allenamenti: “Non nego che per due anni consecutivi abbiamo dovuto cambiare sede d’allenamento. Il campo di Amendola venne lasciato a maggio in perfette condizioni e ad agosto lo trovammo senza erba. Un periodo che coincise con risultati non positivi. Nel momento in cui siamo andati a Cerignola sul sintetico abbiamo avuto infortuni importanti. Uno degli aspetti del mio addio potrebbe essere stato questo”.
Infine, sul prossimo allenatore del Foggia: “Credo che tutti i nomi che si stanno facendo sono veramente importanti, sia Oddo che Nicola e Grassadonia. Grassadonia può essere il mio erede per le idee di gioco”.
Autore: Francesco Ippolito / Twitter: @fraccio
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