Non solo il Bitonto. Tra il Foggia e la Serie C si è messo di mezzo anche un Coronavirus che ha portato allo stop dei campionati. La stagione disputata dalla formazione rossonera, però, resta strepitosa. E TUTTOcalcioPUGLIA.com ha voluto tracciare un bilancio di questo campionato di D con il tecnico dei satanelli, Ninni Corda.

Mister, come procede questo periodo di isolamento?
“Come per la maggior parte degli italiani. Ma sono una persona positiva, che non si fa influenzare dagli eventi. Lo vivo piuttosto bene, sono a casa e riempio la mia giornata con mia figlia e gli allenamenti”.

Il calcio le manca?
“Tantissimo, senza dubbio. È naturale che tutti quanti non vediamo l’ora di tornare alla quotidianità. È un momento particolare, dovremo vedere come sarà il futuro...”.

E, immaginiamo, le mancherà anche il suo gruppo.
“Assolutamente sì. Anche se io vivo per il calcio, ma non vivo solo di calcio. Non ho mai avuto il problema della noia. Ma il campo sicuramente manca, come manca l’aria dello spogliatoio e il profumo dei terreni di gioco”.

Grinta, cuore e gambe. In ordine di importanza? 
“Sono tre cose che vanno di pari passo. Il cuore provoca la grinta, che a sua volta trascina le gambe. Sono tre concetti fondamentali per raggiungere i propri obiettivi”.

Ripresa dei campionati: ci crede ancora?
“Sicuramente più passano i giorni e meno ci credo. Penso sarà allungato questo periodo di lockdown fino inizio maggio. Devo dire la verità: la Serie A ha tanti vantaggi dal punto di vista medico, ma la C e la D no. È la cosa che più mi preoccupa. Eravamo a un punto dal Bitonto, con lo scontro diretto in casa da giocare…”.

Cosa ha in più il suo Foggia rispetto al Bitonto?
“Finora abbiamo fatto un percorso praticamente identico. Un punto in più o in meno non cambia la vita, considerando che c’è lo scontro diretto pareggiato in casa loro che di fatto annulla questo gap. Il Foggia non ha dimostrato nulla in più del Bitonto, ma lo stesso si può dire dei neroverdi. Ciò significa che entrambi meritiamo la promozione. Dovessimo riprendere, però, noi abbiamo il vantaggio della rosa lunga. Lo dicono i numeri”.

È deluso un po’ dai suoi attaccanti?
“No, assolutamente no. El Ouazni, Allegretti e Tedesco sono arrivati tra dicembre e gennaio, Tortori ha fatto ciò che doveva così come Russo. Sono sicuro che se avessimo continuato avrebbero segnato con continuità. Come è successo lo scorso anno a Como con Gabrielloni e Dell’Agnello”.

C’è un momento o una partita che porta nel cuore?
“Direi quella con il Cerignola in casa. Eravamo in un momento di contestazione, ci mancavano un po’ di calciatori. È stata la gara della svolta, poi abbiamo vinto quattro partite su cinque. Abbiamo dimostrato di avere le palle e di essere una squadra forte”.

Ma in caso di Serie C, ancora Corda in panchina?
“Ne parleremo con il presidente, visto che io sono un uomo-società. Vedremo. Sicuramente mi è piaciuto tornare in panchina, è stato un anno bellissimo e positivo. A me piacciono entrambi i ruoli, forse perché li ho sempre ricoperti entrambi. Sono un tecnico-manager ed è una posizione che mi piace. Ma ora la cosa importante è andare in C…”.

Sezione: Foggia / Data: Mar 07 aprile 2020 alle 18:00
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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