Sarà il campionato del Bari, il prossimo di Serie C? Cosi dicono. Sarà anche e soprattutto quello di mister Cornacchini? Sicuramente. Onori ed oneri del mestiere: il trainer di Fano - dopo le esperienze con Ancona, Gubbio e Viterbese ritrova professionismo e terza serie nazionale, ma con velleità ben diverse rispetto al recente passato. Vincere, dominare e primeggiare gli obiettivi, per permettere ai galletti di tornare immediatamente nel calcio che conta: ritrovare quella Serie B lasciata tra le lacrime soltanto un anno ed un mese fa per via delle note vicissitudini extra-calcistiche che colpirono i galletti. 

Le responsabilità, un po' come l'anno scorso, sono importanti. Imporsi non è mai facile, in terza serie ancora di più: ne sanno qualcosa il Catania e, di recente, anche il Lecce. Che prima di rivedere la A dopo 7 anni, per uscire da questo pantano ha dovuto impiegarne 6. Non ci sarà solo una Turris: se da un lato ad agevolare i biancorossi sono la rosa attrezzata - per nomi tranquillamente da Serie B - e la smisurata solidità economico-societaria dei De Laurentiis, dall'altro il punto debole può essere individuato (in parte) nell'inesperienza. Di certi campi, di certe dinamiche, di certi campanilismi (i derby saranno 6, di questi ce ne sono 4 contro realtà affamate della stessa provincia o storicamente 'limitrofe'): non siamo nella profonda Sicilia o Calabria, ma neppure a San Siro. Trattasi ancora di Purgatorio. Guai abbassare la guardia e la partita contro la Paganese - aldilà della evidente mole di gioco prodotta - ne è una conferma: gli errori commessi si pagano più facilmente ed a caro prezzo. Se da un lato l'attacco gira, qualcosa dovrà necessariamente essere rivisto in difesa. Certo, è calcio d'agosto. Ma ogni minimo segnale di titubanza va colto al volo. Contro l'Avellino, domenica prossima, vedremo se ci saranno significativi passi in avanti. 

Catania, Ternana, Reggina, Teramo e Catanzaro restano agguerrite rivali. Mai, comunque, Cornacchini ha potuto contare sulla carta su una squadra cosi forte. Forse non sarà una...Ferrari, ma di sicuro treni cosi ne passano poche volte nella vita. Tanta qualità e quantità a disposizione non si è mai vista in questi contesti. A proposito di proprietari di Serie A, neppure nella Salernitana di Lotito e Mezzaroma: una squadra forte, se non fortissima, quella vincente del 2014/15. Ma piena di gente di categoria, non altro: Negro non era Floriano, Calil non era Antenucci, Gori non era Frattali e Bovo non era Di Cesare. Centrare la B può imprimere una svolta importante anche e soprattutto alla sua carriera: vincere al netto di pressioni e piazze esigenti vale tanto, se non tutto. Perché il Condor pensa di avere ancora tanto da dare e dimostrare. 

Sezione: Bari / Data: Gio 15 agosto 2019 alle 09:00
Autore: Domenico Brandonisio
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