Sei risultati utili consecutivi, figli di tre vittorie e tre pareggi. Il bicchiere, insomma, si può guardare mezzo pieno. Come si può guardare anche mezzo vuoto, o meglio si può notare qualcosa che funziona un po' meno rispetto al passato. Il Bari di Grosso viene da tre pareggi consecutivi, di cui due interni contro Spezia e Pro Vercelli e uno esterno a Cittadella. Quello che porta con sé meno rammarico è ovviamente quello del Tombolato perché la squadra biancorossa affrontava la quarta forza del campionato in uno scontro diretto. I due pareggi interni non posso, invece,  che far mugugnare la piazza. 

Il mancato gioco. È questo ciò che la piazza imputa alla formazione biancorossa. Un gioco privo di verticalizzazioni e soprattutto nelle ultime uscite incapace di emozionare i tifosi. Pochi tiri in porta, poche conclusioni e una squadra che è sembrata sempre doversi aggrappare alle giocate dei singoli per far male agli avversari. La trama vista nel girone di andata, la continua occupazione degli spazi e le verticalizzazioni improvvise si sono perse un po' per strada e i risultati in qualche maniera ne stanno risentendo, soprattutto nelle prestazioni interne. 

Un Bari da trasferta. Con questo spirito e questo modo di giocare il Bari diventa paradossalmente una squadra corsara e capace di colpire più in contropiede, come visto a Cremona o Terni o in casa contro il Frosinone. Una squadra corta, accorta e brava nelle ripartenze. È il nuovo volto del Bari che paga soprattutto delle ali, Galano e Improta, che si sono inceppate in termini di gol e prestazioni.

Le ali tarpate. Questa metafora rappresenta a pieno il momento dei biancorossi. Le ali stanno mancando nello sviluppo della manovra, nei gol e nelle prestazione: Galano e Improta non segnano dal girone di andata e inevitabilmente i loro gol stanno mancando alla squadra. Bisogna ripartire dal ritrovare se stessi e il gioco se si vuole tornare alla vittoria. L'esser brutti (ma vincenti) dev'essere una necessità in gare sporche e difficili, il gioco dev'essere una costante per arrivare al risultato. Questa dev'essere la prerogativa di una squadra vincente. Sempre.

Sezione: In primo piano / Data: Lun 19 marzo 2018 alle 09:00
Autore: Davide Abrescia
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