In un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport-Puglia, l'ex tecnico del Barletta Pasquale De Candia si è raccontato dall'addio al club biancorosso fino a voci che lo vedono accostato ad alcune panchine anche di Serie D. 

L'intervista integrale:

Mister, cos’ha fatto negli ultimi (quasi) due mesi? «Mi sono rilassato, ho preferito rimanere fuori da tutto. In questo momento si legge tanto e si ascolta troppo. Io aspetto, non ho alcuna fretta». L’ultima è stata un’annata estenuante: in campo, più o meno, ogni tre giorni. Eppure, era “soltanto” Eccellenza.«Non discuto il format a 20, necessario per tornare, gradualmente, a 16, ma il calendario andrebbe un po’ più smaltito. Il Barletta ha giocato l’ultima partita in campionato il 6 aprile ela finale di Coppa il 10 maggio: non va bene. Lo stesso dicasi per il Canosa. Giocare ogni tre giorni nell’arco della stagione e attendere così tanto per i vari atti finali non è il massimo». Regina assoluta dell’Eccellenza il suo Barletta, eppure non è stato confermato. Perché? «L’anno scorso, di questi tempi, partimmo con il dichiarato intento di essere promossi in D: ce l’abbiamo fatta, ufficialmente, con sei turni d’anticipo, ma in realtà già da gennaio eravamo virtualmente in Interregionale. Chiaro è che la finale di Coppa ha lasciato tanto rammarico in ognuno di noi, ma il risultato primario è stato raggiunto. Se poi qualcuno, ad annata in corso, cambia obiettivo o, meglio, ne aggiunge altri, è una questione relativa: contava principalmente il salto di categoria che avremmo potuto centrare anche all’ultimo secondo dell’ultima partita della stagione…». Barletta rivoluzionato: in pochissimi destinati a rimanere in D nonostante la recente cavalcata. «So che la compagine societaria si è allargata, evidentemente hanno idee differenti. Questa questione non mi riguarda più, io e i miei ragazzi siamo soddisfatti di quanto fatto e dell’obiettivo centrato, per di più con larghissimo anticipo». E De Candia, ora, dove allenerà? «Aspetto l’occasione giusta, ma ripeto, senza alcuna fretta. Al momento, non ho contatti con nessuno. Anzi, non so neppure se vi siano panchine libere». Smentisce, quindi, interlocuzioni con Brindisi e perfino con emissari del possibile nuovo Taranto? «Sì, assolutamente. Ho avuto una chiacchierata con una persona vicina al Brindisi, ma per situazioni non calcistiche. Inoltre, non ho mai sentito alcun emissario di un eventuale nuovo Taranto. Nel calcio, comunque, si dice tanto senza neppure verificare…». Nelle sue mani, di recente, compagini costruite per vincere, ma anche tanti under interessanti. «A Barletta, nell’ultimo periodo, ne ho impiegati diversi bravi. Penso a Dicuonzo, Rotondo, Belladonna, Massari e Parisi, profili di prospettiva che penso possano fare bene anche in una categoria superiore all’Eccellenza». Su di lei l’etichetta di mister “Eccellenza”, ma in D pensa di poter incidere altrettanto bene? «Più che pensarlo, è successo: subentrai a Nardò e Gravina riuscendo a centrare due salvezze miracolose per quelle che erano le situazioni. Poi ho vinto in Eccellenza, ma non so se ciò sia un’etichetta o meno: il pensiero altrui non mi interessa. Dico solo che più si sale di categoria, più l’organizzazione è migliore. Insomma, vincere in Eccellenza non è mica più semplice che farlo in D». Quali sono i suoi programmi per il futuro? «Nel calcio la parola “progetto” è inflazionata, preferisco ragionare di anno in anno. Vedremo cosa riserverà il futuro, ma preferisco concentrarmi sul presente e non pensare in prospettiva».

Sezione: Eccellenza / Data: Gio 26 giugno 2025 alle 17:16
Autore: Leonardo Custodero
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