Nel 2001 fu l’artefice di una delle salvezze più emozionanti della storia recente del Lecce. A distanza di 24 anni, Alberto Cavasin torna a parlare di quella notte magica contro la Lazio e del cammino che condusse i giallorossi alla permanenza in Serie A. Un’impresa scolpita nella memoria di un’intera tifoseria, vissuta con tutta la tensione e la passione che solo il calcio sa regalare. Oggi, a poche ore da un nuovo incrocio con i biancocelesti, l’ex tecnico racconta al Corriere dello Sport – Edizione Puglia emozioni, aneddoti e speranze per il Lecce di Giampaolo. Di seguito, l'intervista completa.
Mister, come ha vissuto quel pre-partita?
"Non ho chiuso occhio. A un certo punto non mi sopportavo più in albergo. Ricordo che eravamo in centro e scelsi di perdermi per le strade barocche vuote per non pensare sempre a quella partita. Ricordo però un particolare curioso".
Quale?
"Nei pressi della chiesa di Santa Croce incontrai il mio secondo: anche lui non stava reggendo lo stress di quella notte. Camminammo fino all'alba, che per fortuna a giugno nel Salento è abbastanza presto, e tornammo in albergo per fare colazione con il resto della squadra".
E della partita cosa ricorda?
"Quella era una Lazio stellare che metteva paura a tutti, al Via del Mare arrivò con ancora qualche residua possibilità di scudetto, ma già nel primo tempo svanirono per nostra fortuna. Noi nella prima frazione eravamo bloccati, poi nella ripresa per fortuna Vasari riuscì ad essere decisivo come qualcuno aveva predetto".
E allora ci dica chi lo aveva pronosticato...
"Corvino, e chi sennò? Quando arrivò in inverno non era nei nostri programmi, ma il direttore mi disse che sarebbe stato decisivo. E come al solito ci vide benissimo. Personalmente però non mi sarei mai aspettato così tanto e con quei due gol, gli unici, che ci permisero di festeggiare senza qualche patema nel finale".
A cosa si riferisce?
"A quando ci fu l'invasione di campo, ricordo che i minuti di recupero si giocarono con mezzo Via del Mare sulla pista di atletica. L'arbitro fischiò la fine quando riuscì a posizionarsi a pochi metri dall'imbocco negli spogliatoi. Fu bellissimo".
E questo Lazio-Lecce?
"Sarà una partita diversa, la Lazio oggi ha un traguardo concreto. Incideranno e non poco i risultati che arriveranno dagli altri campi, con la speranza che siano quelli auspicati dal Lecce. I giallorossi devono scendere in campo con l'intento di fare quel centimetro in più come non hanno mai fatto in stagione. Falcone deve mettere in conto almeno due o tre miracoli in questa partita e poi mi aspetto da Krstovic una prestazione da trascinatore, deve dimostrare, come ha già fatto in stagione, di potersi mettere sulle spalle la squadra e trascinarla verso un traguardo che è alla portata".
Si poteva fare qualcosa di più in questa stagione? Si poteva conquistare la salvezza prima?
"Storicamente quante volte il Lecce si è salvato senza affanni? Io ci sono riuscito una volta, Delio Rossi e Zeman altre due, e quella dello scorso anno. Poi per il resto si è lottato fino alla fine. È questo il destino in Serie A dei giallorossi, non ci sono altre strade da percorrere".
E in futuro?
"Sogno che il Lecce possa cambiare dimensione, se lo merita la piazza. Ma per il momento è questo lo scenario e la speranza è che i giallorossi possano continuare a vivere la Serie A: rappresenta un privilegio incredibile".
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