È giunta anche l’ora dell’area tecnica. Il responsabile Pantaleo Corvino e il direttore sportivo Stefano Trinchera si presentano in sala stampa per chiudere il cerchio sulla stagione che è stata e per introdurre quella che verrà. Inizia la conferenza Pantaleo Corvino, ecco le sue dichiarazioni:
“Scusate per il ritardo. Di solito, questa conferenza arriva subito dopo il campionato. Quest’anno arriva un po’ tardivamente. In un campionato sempre più competitivo come la Serie A, conosciamo l’obiettivo ai nastri partenza e quando lo centriamo devo dire bravi. Se hai la fortuna di essere lucidi, capaci, di non avere mai perso la testa, riesci a raggiungere l’obiettivo finale. Vista la grande e importante concorrenza, sappiamo che siamo dietro a tutti. Partiamo dietro le linee eppure oggi raccontiamo un vittoria storica nei 117 anni di storia di questa società. Abbiamo fatto qualcosa di importante perché rimane nella storia. Purtroppo quest’anno siamo passati da perdite scioccanti. La perdita di Graziano, per la sua famiglia, per la nostra, per il mondo del calcio, è stata scioccante. Un segno indelebile. Non perderemo mai un momento per commemorarlo. Chi lavora nell’ombra, viene conosciuto da pochi. Noi, però, non li dimenticheremo mai. Qualche anno fa ho vissuto la stessa cosa con la morte di Astori. In entrambi i casi, sono rimasto scioccato.
Su mister Giampaolo. In ogni caso, ogni area ha i suoi responsabili. La figura dell’allenatore è sotto la responsabilità della prima squadra. Siamo veramente gratificati del lavoro raggiunto con il mister. Una salvezza che gratifica tutti. Abbiamo fatto una scelta coraggiosa, voluta, difesa contro tutto e tutti. Non dimentichiamoci dopo Como, forse anche Giampaolo non si aspettava di venire a Bergamo. Il giorno della sua presentazione, dicemmo che era l’uomo giusto per raggiungere l’obiettivo nonostante gli scogli e le tempeste. Quando una società fa una scelta in corsa, non si guardano tante sfaccettature. Principi, linee tattiche e quant’altro. La società ha una linea tattica, così come gli allenatori. Quando si è intelligenti si arriva sempre a capirsi. Come responsabile, così come abbiamo ragionato anche con Stefano, ogni allenatore ha le sue idee e devi difenderlo fino alla fine. Allenatori come Giampaolo, persona intelligente, dopo 13 risultati negativi, ha cambiato per raggiungere l’obiettivo. Dipende come ci arrivi. Il Lecce è la società in Italia più in salute. La società in Italia più sostenibile. Il Lecce in Europa è la nona società più in salute, più sostenibile. Il risultato è quello che conta. Certo, è importante anche come si arriva. Il finale è stato scioccante, traumatico sia per l’area tecnica che per tutti. Noi siamo stati fortunati perché abbiamo avuto una squadra forte. Ai nastri di partenza, il Como ha speso 100 milioni di euro sul mercato. Hanno fatto debito. Il Venezia ha speso un po’ meno della metà. Il Parma ha speso quanto il Como. Quando arrivi all’obiettivo come abbiamo fatto noi, la dirigenza e l’area tecnica hanno preso un po’ di tempo per pensare, ragionare. Capire quello che è stato fatto e quello che ci sarà da fare. La società ha raggiunto il proprio obiettivo, ora serve programmazione. Nei prossimi 3-4 giorni capiremo quello che ci sarà da fare. Ad oggi, non è possibile darvi notizie diverse rispetto a quello che già sapete.
Passiamo all’analisi della stagione. Devo essere sincero. Stiamo vivendo una favola, un sogno. Continueremo ancora una volta a raccontare questa favola e a continuare a sognare. Quando raggiungi tutti i risultati che abbiamo raggiunto. Abbiamo perso una finale playoff, conquistato una vittoria del campionato di Serie B, tre salvezze. 152 partite in cui i nostri tifosi sono stati in Serie A e sempre salvi. I risultati servono anche a capire come migliorarsi. Ti devi sforzare per migliorare. Fino ad adesso siamo stati sempre Davide, abbiamo lottato contro Golia e abbiamo vinto sempre per gli obiettivi che ci eravamo dati. Se pecchi, però, in comunicazione, questa favola potrebbe finire anche per colpa nostra. Per poter dare una giusta comunicazione, abbiamo bisogno anche di voi. A volte parliamo male, fraintendimenti di cui dobbiamo fare ammenda. Sono stato convinto da Saverio a tornare qui a Lecce partendo da dove siamo partiti. Non mi sono tirato indietro, se l’ho fatto è perché volevo. Sapevo di trovare un Lecce non in salute sia a livello finanziario che tecnico. I Direttori si giudicano per quello che fanno. Siamo partiti con una società non in salute, oggi la società è la più in salute in Italia. Abbiamo programmato. Abbiamo lavorato con quello che entrava. Eravamo in Serie B, ora siamo in Serie A. La Primavera dalla Serie B è arrivata a vincere il campionato. Abbiamo fatto calcio patrimonializzando. Anzi, sui prestiti avevamo delle perplessità. Sbagliamo, a volte, a dare messaggi che vengono fraintesi. Quando abbiamo parlato dell’asticella, non abbiamo detto che dalla salvezza sofferta avremmo fatto una salvezza tranquilla. Noi dell’area tecnica dovevamo essere più competitivi perché la concorrenza era altissima. Abbiamo sbagliato noi, non siamo stati aiutati. Il Presidente non voleva dire che non lottiamo per l’Europa, il Presidente ha detto che l’obiettivo è sempre la salvezza, dovremo alzare il tiro per arrivarci meglio. Noi partiamo sempre per ultimi. Il Presidente è d’accordo su questo. Partiamo per ultimi per la forza che hanno gli altri. Il Pisa mette 30 milioni sul mercato. Cremonese e Sassuolo hanno proprietà ricche tra le prime 5 in Italia. Partiamo per ultimi, chi vuole sostenerci si abbona. Chi ha dubbi su questa programmazione, non lo faccia. L’asticella non doveva portarci a salvarci chissà quando, l’obiettivo è sempre quello. Salvarci anche all’ultima giornata. Questa è la verità, siamo onesti e sinceri. Vorremmo essere un fondo o avere società di mecenati. La nostra società fa degli sforzi ma se arrivano società di Serie B con soldi importanti, la nostra dimensione sarà sempre questa. I diritti tv e il campo non bastano, noi dell’area tecnica dobbiamo fare il massimo per aggiungere soldi. Siamo in salute, chi vuole rimanere bene. Chi vuole partire, dobbiamo lasciarlo andare perché il tutto è in linea con la nostra programmazione.
Sul settore giovanile. Siamo un giro che è partito da poco tempo. Un ciclo in salute che porta giocatori in prima squadra. In questi 5 anni abbiamo portato ragazzi in prima squadra. D’Amble è responsabile fino all’under 18, sono responsabile su quelle superiori e supervisiono le altre categorie. Quando arrivammo, iniziammo con i pulcini. Fino ad ora, nessun ragazzo del territorio è arrivato in squadre diverse dalla nostra. Con l’under 14 siamo arrivati alle finali, c’era anche in Napoli. Le otto finaliste comprendevano anche il Lecce. Nel nostro girone c’era Napoli, Roma e Lazio. Abbiamo pareggiato con la Lazio, siamo andati a pareggiare a Roma, la terza l’abbiamo vinta a Napoli. Abbiamo fatto una buona semina, si inizieranno a raccogliere i risultati. Con Saverio stiamo facendo una lotta alle regole. Ringrazio i genitori per averci dato fiducia. C’è il libero tesseramento, quindi se qualcuno offre di più può andare via. Per questo ringrazio questi genitori. Lottiamo con club che hanno strutture, centri sportivi, contro società che retrocedono in Primavera 2. Noi siamo lì, sempre davanti e tutto questo è figlio della programmazione. Mi faccio portavoce della società. Facciamo le mie condoglianze alla famiglia di Colonna per la loro perdita”
Spazio alle domande a Corvino:
Sulla contestazione dei tifosi: “Quello che è successo a me, succede a tutti i miei colleghi. Le critiche mi aiutano a fare meglio. Per quanto riguarda gli striscioni, non voglio entrare nel merito. A casa ho un quadro grande della curva: Corvino vinci. Faccio il mio lavoro, ogni giorno per questo striscione”
La squadra è stata decifrata tardi?: “Ha ragione il Presidente. Se questa squadra non fosse stata forte, non ci saremmo salvati. Mi dispiace che non emerga questo. I giocatori che scegliamo devono avere certe caratteristiche. Quando vediamo che c’è qualcuno che sbaglia, dobbiamo essere noi a sottolinearlo e non gli altri. Ci sono giocatori che vogliono andare via perché non si trovano a loro agio. Quando sbagliano siamo noi i primi ad accorgerci. I giocatori quando stanno qui devono essere a loro agio per le tante fatiche che facciamo per portarli. Non possiamo sfaldarci quando c’è più bisogno”
Sull’allenatore: “La società ha un’idea di calcio. Quando parlo di situazioni tecnico tattiche non obblighiamo l’allenatore a fare delle scelte. Certo, quando un giocatore non viene utilizzato per come è stato acquistato, interveniamo. Alla fine del campionato si fanno riflessioni sia da una parte o dall’altra. Pur non vincendo per 13 partite, abbiamo difeso un allenatore sul quale ci abbiamo creduto. Tutti pensavano dopo Como che andasse via. Se non hai una forza di squadra, non fai 2 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 5”
Sulla mancanza di leader: “Ci inorgogliscono i numeri. Il campionato che verrà è il tredicesimo anno nel Lecce. Il prossimo sarà il nono anno di Serie A con 7 salvezze. Ho avuto un maestro. Sono orgoglioso anch’io perché so cosa ho fatto fino ad ora. Nella storia, il mio maestro non c’è. In questo stadio c’è poca storia. Qui, manca Mimmo Cataldo. Un maestro che ascoltavo in religioso silenzio. Un Direttore che ha disputato la prima Serie A della storia, con 5 campionati. Chi è venuta nel mio studio, sa bene che ho un pilastro. Un quadro che mi vede con Mimmo insieme a Firenze. L’ho sempre tenuta a casa, poi me la sono portata in studio. Una foto che oggi vorrei mettere qui dentro così quando morirò saprò di esserci anch’io nella storia. Gli errori li abbiamo fatti anche noi, non siamo divini”
Sui giocatori in scadenza: “Ci sono giocatori che vogliono andare via. Abbiamo fatto capire loro che la passione, molte volte, fa andare oltre. Però alcuni di loro vogliono andare a misurarsi con altre realtà. Quando siamo partiti era una cristalleria debole, ora siamo forti. Cristalleria fuori, cemento armato dentro. Siamo per accontentare dove è possibile. Tenere chi crediamo faccia al caso nostro. Lasciare andare chi esterna la voglia di andare via. Dobbiamo tenere conto delle leggi del mercato”
Sulla mancanza di amalgama tra i giocatori: “Per arrivare a questi obiettivi raggiunti, abbiamo avuto questi gruppi. Perché dovrei cambiare? Dobbiamo tenere presenti i limiti che abbiamo. La proprietà fa un grande sforzo per tenere una squadra in Serie A, un settore giovanile che se la gioca alla pari degli altri, abbiamo una squadra femminile. Si può sempre migliorare. Il nostro scudetto è la salvezza”
Sul budget: “Ci siamo presi un po’ di giorni per mettere a fuoco la stagione. Tra un po’ partiremo con la programmazione”
Sul credo tattico: “Ogni tifoso ha il proprio pensiero e non è facile accontentarli tutti. Dobbiamo avere una linea che contraddistingua il management. Se ti porta risultati perché devi cambiarla. Tutte le strade portano a Roma e sono tutte giustificabili. Se sei arrivato all’obiettivo, vuol dire che la strada è quella giusta. Cerco di portarla sempre avanti. Lo faccio con le persone che credono nel mio stesso pensiero. Se qualcuno fa il contrario, devo portarlo sulla retta via perché fino ad ora è stato vincente. Vorrei una squadra più verticale, più veloce. Incontro le scelte dell’allenatore e appoggio i suoi pensieri purché siano vincenti”
C’è qualcosa che l’ha delusa?: “Il tifoso vive per vincere. Per vincere devi fare gol. In questi anni, abbiamo portato attaccanti che hanno lasciato o che stanno lasciando il segno. Lo scorso anno avevamo sia Krstovic che Piccoli. Quest’anno la squadra è stata accusata di non aver un reparto non all’altezza. Sulla base dei gol fatti, il Lecce ha il settimo capocannoniere. Gli esterni d’attacco hanno fatto 9 gol. Non posso rimproverare nulla a loro. Rimprovero ai centrocampisti, con caratteristiche offensive, di non essere stati messi in grado di segnare. Vi dissi che Coulibaly aveva caratteristiche anche offensive. Quando lui arrivò in Italia, noi volevamo tesserarlo ma non avevamo lo slot in Serie B. Mi sono rimproverato che Baschirotto avesse segnato 3 gol gli anni scorsi, nessuno quest’anno tranne alla fine. Su Helgason mi sono sempre speso. È un giocatore che può fare gol e assist. È difficile fare i protagonisti quando i titolari sono inamovibili. I gol di Rebic e Karlsson ci hanno fatto guadagnare 2 punti in campionato”
Riflessioni sulla fine del campionato: “Siamo una squadra che ha avuto tanti episodi negativi. Traverse, pali, torti arbitrali che ci hanno penalizzato e non poco. Se non avessimo avuto dietro una grande squadra, non avremmo potuto lottare in un Olimpico stracolmo contro una squadra che lottava per l’Europa. La nostra squadra ha sempre avuto dignità e se l’è sempre giocata contro tutto e tutti. La squadra ha fatto il massimo che poteva fare tenendo conto di tutti gli episodi. A tutte le dirette concorrenti abbiamo tolto dei punti. Ci sono mancati i risultati contro le big? Gli altri anni siamo stati più prolifici. A volte bisogna essere poco estetici e più operai. Dobbiamo avere più intensità, più dinamismo, più verticalità, più pressing”
Sulla mancanza di giocatori forti su calcio da fermo: “Tutti gli allenatori hanno ritenuto Helgason un giocatore forte sui calci da fermo ma era stato messo da parte. Anche lo stesso Karlsson. Ci sforziamo di tenere conto di tutto. A volte ci riesce altre volte no”
Su Krstovic: “In virtù di quello che oggi siamo, posso dirvi che se nessuno ci chiede di andare via, noi lo teniamo. A gennaio abbiamo avuto richieste importanti. Ripeto, dipende dalla volta del giocatore. Se riceviamo un’offerta giusta e lui vuole andare, dobbiamo fare la giusta riflessione. Non possiamo tenere controvoglia. Abbiamo bisogno dell’intensità mentale dei calciatori”
Sui mancati gol segnati: “Ho già detto che l’attacco del Lecce non va messo in discussione. Analizzate tutti i numeri degli anni passati. L’attacco fa gol. La squadra ha fatto pochi gol. Non dipende dagli acquisti fatti. Perché il nostro reparto offensivo è di primissima fascia. Non sono arrivati i gol dei centrocampisti, dei difensori. Subentrano dinamiche che non dipendono dalla campagna acquisti. Sui centrocampisti, subentrano altri discorsi, anche di natura tattica”
Domande a Trinchera:
Su Maleh: “Questa conferenza chiude la stagione un po’ complicata. Abbiamo realizzato l’ennesimo sogno. Godiamocela insieme. Un ambiente compatto quando si perde e quando si vince. Non è scontato essere qui per noi. Abbiamo fatto l’ennesima impresa. Maleh è un nostro tesserato, ha avuto continuità altrove. Ha necessità di recuperare dall’infortunio, quando rientrerà faremo le opportune valutazioni”
Su Marchwinski: “L’operazione fu fatta per andare incontro alle idee dell’allenatore dell’epoca. È incappato in un infortunio grave, sta facendo la riabilitazione a Bologna. Faremo le nostre valutazioni in base alle sue caratteristiche e ai desiderata dell’allenatore che verrà. È prematuro oggi parlare di questo”
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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