Il Lecce di Fabio Liverani è la dimostrazione che il calcio si evolve in cerca di nuove figure da lanciare sempre su quello stesso splendido palcoscenico, il prato verde, sul quale migliaia di occhi posano le loro attenzioni per 90 minuti.

Il gioco nasce da dietro, dove ci sono gli uomini duri, quelli con i piedi meno raffinati, ma che hanno grande cuore e coraggio. Quello di rischiare di ricevere un colpo in più a costo di difendere la propria porta, così come fa Davide Riccardi, un giocatore arrivato nell’ombra e salito alla ribalta in tre sole partite. Un ragazzo che poteva fare panchina in Serie A con il Verona e respirare l’aria del grande calcio italiano e che invece ha preferito venire a fare la gavetta in Puglia e ritrovarsi poi ad essere protagonista del nuovo Lecce marchiato Liverani.

Eppure Mauro Meluso lo aveva detto nel corso dell’estate ("Ho cercato di portare a Lecce giovani di prospettiva importante che possano crescere e diventare decisivi già nel corso di questa stagione"). Il  primo ad emergere è stato proprio il difensore centrale, per il momento si tratta di una scommessa vinta, proprio come accadeva quando il Lecce diventò un modello sportivo apprezzato in tutta Europa per aver lanciato giovani diventati protagonisti in tutto il vecchio continente, attraverso investimenti mirati e un grande lavoro di scouting.

Proprio attraverso questo iter è arrivato nel Salento un giovane che aveva collezionato appena 9 presenze con la maglia del Sudtirol, una piazza dove sicuramente non ci sono le stesse pressioni che invece ha trovato fin dal primo giorno in cui ha vestito la maglia a strisce giallorosse. Riccardi, dopo tante prevedibili panchine, ha esordito in una delle trasferte più complicate del campionato, quella di Matera, dove è stato protagonista di una prestazione in cui dopo un periodo di ambientamento ha dimostrato un piglio da veterano, con una personalità che poche volte si è vista in Serie C in un ragazzo di appena 21 anni. Una prestazione che ha convinto il tecnico a dargli una seconda possibilità mentre tifosi e compagni sono stati conquistati dalle qualità del giovane gigante difensivo.

Ad Andria una nuova opportunità, ma ad inizio ripresa arriva l’errore che ha permesso a Lattanzio di portare in vantaggio i federiciani, una situazione che avrebbe potuto stendere chiunque, ma non chi ha carattere e personalità, le stesse qualità che lo hanno spinto in avanti al 92’ minuto di un derby pareggiato con un suo colpo di testa: chissà se anche lui avrà fatto come Rivera nel 70’, quando disse a Mazzola che l’avrebbe pareggiata lui dopo il gol del 3-3 di Muller; il gol al “degli Ulivi” non rimarrà alla storia come quello fatto nella partita del secolo, ma sicuramente ha aggiunto una bella pagina nella personale storia di Riccardi a Lecce.

La partita di contro la Casertana è stata la conferma di quanto il tecnico romano creda in questo ragazzo dalle spalle larghe, perché con Drudi e Marino disponibili la scelta è ricaduta su quello che oggi può essere definito il bomber nascosto del Lecce, che contro i campani ha dimostrato a tutto il “Via del Mare” che anche lui è all’altezza delle aspettative di chi si aspetta che questo sia l’anno buono per il salto di categoria.

Sezione: In primo piano / Data: Mer 08 novembre 2017 alle 09:32
Autore: Matteo Bottazzo / Twitter: @teobottazzo
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