MARTINA FRANCA - Un concentrato di emozioni. Un match mai banale, denso di eventi, racchiusi in un contesto da piccolo calcio della grande provincia o da grande calcio della piccola provincia che vuol farsi grande. Che ha pretese e che ha ambizioni, anche nel gioco del pallone.

Questo e tanto altro è stato il confronto fra Martina e Andria, valido per il primo turno dei playoff del Girone H della Serie D. Una semifinale che ha voluto farsi "finale", ergersi a snodo essenziale di una stagione lunghissima, estenuante, che entrambe hanno vissuto su due fronti. Il Martina ha danzato tra campionato e coppa. La Fidelis tra campionato e vicende societarie che, nell’ultimo segmento di stagione, hanno portato al collasso della gestione Di Benedetto e all’avvento di Luca Vallarella, presente in tribuna, insieme all’ex presidente del Bitonto Nicola Vitale, e paludato in una felpa con tanto di cappuccio calato sugli occhi, ma con la ragione sociale della ditta (nome, cognome e comparto di lavoro) scritta a caratteri cubitali e in bella mostra sulle spalle.

La pioggia e la temperatura non certo da prima decade di maggio hanno conferito quel tocco di epicità alla sfida. Terreno di gioco allentato, ma per fortuna non fa caldo, fattore che avrebbe complicato vieppiù la prestazione degli atleti, il cui sistema psico-fisico è già stato messo a dura prova da oltre due ore di agonismo senza pause.

Giuseppe Scaringella, davanti a Manuel Esposito, schiera Ercoli e De Luca difensori esterni, Cipolletta e De Rosa centrali; Verna è il metronomo, Sylla spinge sul centro-sinistra, Risolo e capitan Cancelli sono gli sherpa; Fantacci fa il trequartista e, all’occorrenza, la seconda punta, Giuseppe Tedesco è l’attaccante di riferimento.

Dall’altro lato, Massimo Pizzulli mette Antonio Figliola a guardia dei pali, Tuccitto e Lupo sono i terzini, Llanos e De Angelis stopper e libero; in mediana, il triangolo a geometria variabile è composto da Piarulli, Zenelaj e Mattia Mastrovito; le ali sono Resouf a destra e Silvestro, libero di svariare, a sinistra; La Monica è l’unica punta.

Il primo tempo si chiude senza gol, ma La Monica e Risolo vanno molto vicini al vantaggio. Prima l’attaccante ex Barletta si divora un gol fatto (a rivedere l’affondo del laterale della Martinica Shavy Resouf, c’è da chiedersi come abbia fatto La Monica a non centrare i 7 metri e venti della porta), poi De Angelis salva sulla conclusione a colpo sicuro del mediano. Match gradevole, ritmi sempre sostenuti, manovre efficaci e avvolgenti, specie quelle dei padroni di casa: tutti vogliono vincere, anche coloro a cui basta pareggiare.

Con la ripresa arrivano i gol, prima quello su rigore di Tommaso Fantacci, in ombra nella prima frazione di gara, poi quello, invero splendido, di La Monica, che insacca un cross basso di Resouf. Stavolta, l’attaccante di Gragnano, che compirà 24 anni proprio due giorni dopo Nocera, non fallisce l’appoggio in rete.

Tempi supplementari. Il tourbillon di cambi (obbligato quello dello stesso La Monica, che costringerà Pizzulli a cambiare più volte la linea d’attacco, fino alla mossa della disperazione di Roberto De Angelis centroboa, dopo il secondo vantaggio esterno). La grande illusione fredericiana arriva su palla inattiva con precisa deviazione aerea di Ciro Cipolletta. Che, a quel punto, pareva aver indirizzato la qualificazione alla finale del playoff alla volta di Andria.

Invece Ievolella inventa un cross morbido e De Angelis trova l’incornata vincente a due passi dalla porta. Proprio il 23enne centrale di difesa originario di Roma, pescato nella Vogherese, sarà il most valuable player, insomma l’mvp della partita: puntuale nelle chiusure, preciso nelle ripartenze, autorevole nel dirigere le operazioni da dietro, affiatato con l’argentino Llanos.

Andria sempre all’altezza, sempre in partita, sempre presente a sé stessa. Martina ha governato di più il gioco, con le sue linee di passaggio limpide, precise (quasi sempre: non è stata la miglior partita di Zenelaj, per esempio), capace di sfruttare al meglio le corsie laterali, con Lupo (il più giovane in campo, classe 2007) stantuffo a sinistra, e Resouf che, fino a quando non ha esaurito le energie, è stata l’arma letale sull’out di destra, dove ha molto spesso mandato in crisi Ercoli.

Partita tesa ma sempre corretta. Bravo il 25enne arbitro salernitano (sezione di Sala Consilina, a febbraio ha diretto la Nazionale Under 18 contro l’Ungheria) Bruno Tierno a controllarla sempre a dovere. Pochissimi gli errori, mai rilevanti.

Pizzulli e Scaringella, in corso d’opera, hanno stravolto gli schieramenti, a dire il vero specie nell’extra-time, evidentemente non disponendo, in panchina, di calciatori in grado di iniettare qualità decisiva per l’esito del match.

Sarà dunque il Martina a sfidare la Nocerina domenica prossima. In finale come lo scorso anno, allorquando, dovette soccombere al Nardò dopo aver strapazzato il Casarano in gara-1. In campionato gli itriani hanno espugnato il San Francesco d’Assisi (Tuccitto e Mastrovito, all’alba dei due tempi). Pizzulli ha ammesso, sornione come sa essere il tecnico bitontino, la superiorità dei salernitani, chissà che i giovanotti che fecero l’impresa il 10 novembre, non siano in grado di ripetersi.

Sezione: Serie D / Data: Lun 12 maggio 2025 alle 08:02
Autore: Vito Prigigallo
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