“Mejorar”. Dallo spagnolo, “migliorare”. Lo ripete tante volte Fran Ganfornina, a dimostrazione di quanto tenga a diventare non solo un giocatore sempre più forte, ma anche una persona migliore. Ogni esperienza lo ha plasmato e migliorato; come lui stesso ha detto: “In ogni squadra in cui ho giocato, ho imparato qualcosa di diverso. Sono cresciuto sia calcisticamente che umanamente". Dal Real Madrid, sotto la guida di Zidane e gli allenamenti con la prima squadra, all’arrivo in Italia, dove ha ritrovato sé stesso dopo uno stop di un anno e mezzo. Tra sogni, voglia di migliorare e continuare a volare in alto, Fran Ganfornina si è raccontato a 360° in esclusiva ai nostri microfoni di tuttocalciopuglia.com.
L’influenza del padre e l’innamoramento verso il calcio
Le personalità e le passioni si formano per influenza. È stato lo stesso anche per Fran, che si è innamorato del gioco del calcio grazie a suo padre: “Era un giocatore, ma non ha militato in categorie professionistiche. Quando ero piccolo, mi diceva che il calcio era lo sport più bello, in grado di farti dimenticare tutto. Ho iniziato a giocare a 5 anni - ha proseguito - e ricordo che, quando mio nonno mi chiedeva che regalo volessi, io gli dicevo sempre una palla. Volevo giocare a calcio anche quando non ero in grado di camminare”. Quel pallone faceva dimenticare qualsiasi cosa anche lui. Quando ce l'ha tra i piedi, non pensa a nient’altro: “Giocare mi fa dimenticare tutti i miei problemi".
Il torneo con la Selección Andaluza e la chiamata del Real Madrid
Immaginate di avere 13 anni ed essere selezionati per un torneo U16 delle regioni con la Selección Andaluza. Giocate così bene che i più grandi club de LaLiga iniziano a notarvi. Tutto questo è successo proprio a Fran Ganfornina: “Giocavo nel mio paese e mi hanno selezionato per un torneo con i giocatori più forti dell’Andalusia, con la Selección Andaluza. Il torneo era U16 e io avevo 13 anni. Ho giocato molto bene, e mi hanno chiamato tante squadre, come Barcellona, Villarreal, Siviglia e Real Madrid. È lì che ho iniziato a credere che potessi fare il calciatore professionista". Dal possibile trasferimento al Barcellona alla chiamata del club più titolato d’Europa. Non poteva che rispondere subito presente: “Ho fatto una settimana di prova al Barcellona; loro mi volevano prendere, ma mentre ero lì ho ricevuto la chiamata del Real Madrid. Da piccolo ero un loro tifoso e non ci ho pensato due volte. Ho detto a mio padre che volevo andarci, ho parlato con i blaugrana, e loro mi hanno lasciato andare senza problemi". Un cuore blancos rimane un cuore blancos. Puro.
Zidane non solo come idolo, anche come allenatore
Arrivato in seconda squadra, al Real Madrid Castilla, avrà come allenatore il suo idolo. Uno dei centrocampisti più forti della storia: Zinedine Zidane. Chi meglio di lui può dare dei consigli a un giovane calciatore che cerca di lanciarsi nel calcio che conta? “È stato un sogno essere allenato da lui; era il mio idolo da piccolo”, ha detto Ganfornina ai nostri microfoni. “Prima che diventasse allenatore della seconda squadra ad ogni allenamento prendeva tutti i centrocampisti e ci faceva allenare sul controllo della palla, sullo stop, su tutti gli aspetti tecnici". “Gli piacevo molto come giocatore - continua - diceva che ero molto simile a lui, ma che dovevo migliorare nello scegliere il momento giusto per fare la giocata. Grazie a lui sono migliorato molto nel calcio", dice con orgoglio. Come biasimarlo.
Gli allenamenti con la prima squadra e gli insegnamenti
Tanti i privilegi, tra cui quello di allenarsi in prima squadra con tutti i campioni di quel momento: da CR7 a Modric, Kroos e Sergio Ramos. Troppi per poterli elencare. “È stato bellissimo; ti migliorano tanto. Ti danno la palla giusta, ti dicono cosa devi fare. Mi dicevano che è meglio fare un tocco fatto bene che farne due. Hanno una qualità di un altro livello”, spiega. Parlando al passato, riconosce il giocatore che era e i suoi difetti: “Ho avuto quella qualità, ma non sempre l’ho messa in campo. Tatticamente non sono fortissimo; a me piace e piaceva giocare la palla, non mi piaceva molto difendere. Adesso però sono cambiato tanto". È proprio questo il primo passo verso il miglioramento: riconoscere i propri difetti. Da lì, poi, bisogna smussarli, migliorarli. Lui continua a farlo, squadra dopo squadra, allenatore dopo allenatore. Tutti gli insegnano qualcosa, non solo sul campo: “In ogni squadra in cui ho giocato, ho imparato qualcosa di diverso. Sono cresciuto sia calcisticamente che umanamente".
La rinascita dopo la caduta: l'arrivo in Italia e il rapporto con la famiglia
Di solito, non è facile staccarsi dalle proprie radici, dalla propria famiglia. Quando c’è bisogno di ritrovare sé stessi, però, per ritrovare il sorriso, soprattutto se si tratta del proprio lavoro, tutto viene più facile. O quasi. “Un anno prima di venire in Italia (2021, ndr) avevo un problema al ginocchio; sono stato fermo per un anno e mezzo. Avevo perso la motivazione di giocare a calcio. Durante quegli anni giocavo con un mio amico, che è venuto qua. Daniel Munoz, e lui mi ha detto di venire in Italia. Penso di aver scelto bene perché essere lontano dalla famiglia mi ha aiutato ad avere una motivazione maggiore”. Fran ha un bel rapporto con la sua famiglia. A dimostrarlo sono le sue parole, piene di amore: “Sono molto attaccato alla mia famiglia. Mia madre è quella che soffre di più la distanza; ho un bel rapporto con lei. Adesso è nata mia nipote e ora è più felice. Quando faccio gol faccio la M, è per lei”. La sua prima esperienza nel calcio italiano è stata in giallorosso, ad Ugento: “Mi sono trovato benissimo; mi hanno accolto bene sin dal primo giorno. Quando stai in una squadra così, in una società del genere, ti fa migliorare anche come persona":
L'esperienza al Martina, il secondo posto e il sogno Serie A
Poi, il Martina. Una bellissima stagione conclusa al secondo posto nel girone H di Serie D, anche grazie ai suoi 5 gol e 3 assist, e tante giocate di qualità. “Non era come diceva la gente, che non avevamo una squadra forte. Davamo tutto, in allenamento e in partita. Eravamo un gruppo fortissimo". Una storia durata solo un anno. L'ex numero 7 del Real Madrid Castilla sente di meritare di più: "Il mio procuratore aveva ricevuto varie offerte dalla Lega Pro. Ho aspettato qualcosa che mi motivasse di più. Pensavo che giocare in una categoria superiore potesse farmi crescere come giocatore e farmi andare sempre più in alto". Lui quel sogno ce l'aveva da bambino e ce l'ha tutt'ora. Vuole diventare un giocatore d'alto livello: "Il mio sogno è andare in Serie A. So che non è facile, ho 28 anni, ma voglio continuare a crescere. Per questo sono venuto qui, in Italia. Mi alleno e gioco sempre al massimo. Voglio arrivare il più in alto possibile, magari non in Serie A, ma in B. A me importa crescere, e voglio farlo sempre".
Le offerte in Serie A e B, e la scelta del Casarano
Diverse le trattative ricevute da lui in estate, anche molto importanti, complice l'ottima stagione sotto la guida di Pizzulli: "Ho ricevuto proposte dal Monopoli, ho avuto offerte in Serie B, da Frosinone e Bari, e in Serie A da Lecce e Venezia. Nel calciomercato ci sono tante varianti che possono impedire di arrivare a un accordo". La scelta però è stata il Casarano: "Mi hanno chiamato qui, a Casarano, e ho accettato perché ho sentito la fiducia da parte di tutti, mi sono sentito subito importante".
L'avvio di stagione in rossazzurro
Un inizio col contagocce. Due minuti, poi qualche spezzone nei secondi tempi. Fino a quando, col Matera, Fran non entra a soli 15' dal termine del match. Pochi, ma quel che basta per servire due assist che valgono la rimonta. Prima un passaggio rasoterra per Leonardo Perez, poi al 93' disegna un arcobaleno che termina perfettamente sulla testa di Saraniti. Un’altra occasione sfruttata dando il massimo. Da quel momento, si sono giocate due partite e non due qualunque, ma forse le più importanti. Contro Virtus Francavilla e Nocerina. Lui c'era da titolare e le ha giocate alla grande. Quando gli viene chiesto il perché del poco minutaggio risponde: "È una domanda che bisogna fare al mister Laterza (ride, ndr)". Poi, prosegue: "Io sono arrivato un po' in ritardo, per questo non sono ancora al 100%. Penso che il mister mi stia inserendo piano piano per evitare infortuni. Adesso sono al 70% più o meno. Posso dare molto di più. Spero che il gol arrivi presto".
Il girone H e la lotta per il titolo
Il girone H si dice che sia il più difficile ed è dello stesso avviso anche il numero 14 rossazzurro: "Questo girone è il più tosto; ho visto tante partite. Come questo non ce n'è nessuno. Ci sono squadre come Matera, Brindisi, Nocerina, Virtus Francavilla. Quest'ultime due sono state costruite per vincere il campionato - prosegue - anche noi stiamo facendo bene; ora abbiamo preso la strada giusta e possiamo fare un grande campionato. Ci sono tante squadre che possono lottare per il titolo, ma se facciamo le cose per bene, possiamo arrivare molto in alto".
Il Casarano e la fiducia nei suoi compagni
Durante l'estate, una delle protagoniste indiscusse del calciomercato è stato sicuramente il Casarano. Colpi su colpi, qualità su qualità. "Quando sono arrivato qua, ho visto subito che c'erano giocatori fortissimi. In campo, però, è sempre diverso", ha detto Ganfornina. Sa di far parte di una squadra forte, che può vincere il campionato, ma sa soprattutto che può fidarsi dei suoi compagni: "Ci sono diversi giocatori che non sono ancora al 100%, come Loiodice, che ha avuto 4 giornate di squalifica, Malcore, che è stato infortunato, e Legittimo. Quando saremo tutti al massimo, andremo ancora più forte. Il più forte con la palla sappiamo tutti che è Loiodice (sorride, ndr), fa la differenza. C'è ancora Logoluso, che trasmette tanta tranquillità. Penso che tutti abbiano qualcosa di diverso dagli altri, ma lo fanno tutti bene".
La descrizione di sé stesso
Fran aveva iniziato a giocare per suo padre, anche perché con quel pallone dimentica tutto quello che gli sta attorno. Lui quella sfera a 32 spicchi la vuole sempre tra i piedi, è la cosa che lo rende più felice: "Sono un giocatore con una personalità particolare, che mi fa crescere nel calcio. Mi piace avere la palla, mi piace scegliere. Mi piace tutto, se c'è la palla tra i miei piedi". Col tempo si è migliorato tanto: "Due anni fa sono migliorato tanto in fase di non possesso (ad Ugento, ndr). In Spagna era troppo diverso: non facevo mai la fase difensiva. In Italia mi hanno permesso di migliorare molto questo aspetto, che mi era sempre mancato".
Il messaggio ai tifosi
"I tifosi sono troppo importanti per noi. Quando sento il loro supporto gioco a 200 all'ora; mi piace tanto vedere lo stadio pieno", dice in riferimento ai supporters rossazzurri. Fa poi riferimento all'ultima sfida giocata: "Anche questa settimana, a Nocera, vedere il campo pieno di tifosi mi ha motivato al massimo. Per questo voglio vedere il Capozza pieno di gente. Quando loro sono contenti, noi giochiamo ancora meglio".
C'è ancora una stagione da giocare, tante squadre da affrontare. Nel mentre lui si allena, serve i suoi compagni e freme dalla voglia di segnare. Di lasciare il segno. In allenamento e in partita. Non si accontenta, vuole sempre di più. Sà che è questo il modo per trasformare i sogni in realtà. Migliorarsi è il segreto e Fran continua farlo, ogni giorno.
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