Chiuso il calciomercato, è tempo di bilanci. Classica conferenza stampa di presentazione del Presidente Sticchi Damiani, del responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino e del Direttore Sportivo Stefano Trinchera.
Prende la parola del responsabile Corvino: “Devo essere sincero, non è facile essere lucidi dopo giorni e giorni di intensa attività e dopo un campionato estenuante come quello dello scorso anno. Sono rientrato ieri da Milano. Il rendiconto ci ha visti al quarto anno di Serie A sempre in crescita non solo in termini di risultati. Non è facile partire dalla B, vincere e arrivare in Serie A. Lo stesso vale per la Primavera. C’è chi dalla mattina alla sera alterano la realtà: come lo abbiamo fatto, da dove siamo partiti, dove siamo arrivati, come abbiamo ottenuto i risultati. Noi oggi riusciamo a spendere anche 6 milioni, questa è crescita. Quando arrivai misi i conti in ordine e ora cresciamo stagione dopo stagione. Non abbiamo fatto solo quello che dovevamo fare, di più. I Direttori, i presidenti, si giudicano per quello che trovano e per quello che lasciano. Abbiamo fatto tutto questo in autofinanziamento, in equilibrio, con sostenibilità. Farlo soprattutto in questo momento in cui gli sceicchi e i fondi abbondino. Spero che chi mi sostituirà farà di meglio con ciò che siamo. In questi 5 anni abbiamo fatto una grande crescita, anche per strutture, per stadio. Il lavoro fatto in campo e fuori dal campo sta dando risultati. Quando sono arrivato la squadra si spogliava in 2 spogliatoi diversi. Oggi ci sono palestra, centro sportivo, stadio coperto grazie al Presidente. Poi ci sono i mestieranti, i tastieristi che stanno svolgendo una loro professione.
Abbiamo seguito le linee programmatiche date dalla società. Io e Stefano vorremmo risorse più importanti, essere i più famosi. Per non fare debiti bisogna fare scommesse e investimenti. Non posso andare sui nomi. Perché potrebbero farci solo perdere. Anche le scommesse sono un rischio, siamo costretti a rischiare. Non conosciamo altre strade. Per restare senza debiti, bisogna essere gli ultimi per monte ingaggi. Ci mettiamo il massimo.
Nel dettaglio, posso dire che questa rosa, a mercato finito, di 25 giocatori. Di questi 25, Banda, Berisha, Camarda, Tiago Gabriel, Coulibaly, Stulic, Gaspar, Ramadani e tanti altri compongono 12 nazionali. Di questi ci sono 2 infortunati come Gabi Jean che sarà pronto a Gennaio e Marchwinski che si aggregherà tra 15 giorni. Con alcuni giocatori siamo stati chiari sin dall’inizio. Guilbert, Rafia e Maleh, a loro abbiamo detto che non rientrano nei nostri piani. Siamo un’area tecnica che dà molto valore ai valori. Mando le foto, i video, sanno dove vengono a stare. Noi tuteliamo il Lecce e la sua immagine. Ognuno deve sapere quello che dice o quello che fa. Se qualcuno altera l’immagine e i valori morali e comportamentali di un gruppo sappiamo che succede ovunque. L’area tecnica però deve stare attenta affinché qualcuno non intacchi gli altri. Lo scorso anno abbiamo avuto uno dei gruppi più sani. Se non avessimo avuto un gruppo sano, non saremmo sopravvissuti a 2 cambi di allenatore. Non saremmo riusciti a vincere contro il Torino e contro la Lazio. Uno o due persone del gruppo non intaccano tutti. Se non avessimo avuto un gruppo sano non ci saremmo salvati. I panni li laviamo in casa. Dall’inizio abbiamo detto a questi giocatori di partire. Addirittura a qualcuno abbiamo trovato soluzioni migliori in Serie A. Ora siamo in attesa, o in questo mercato o nel prossimo troveranno una sistemazione. Dobbiamo lavorare con calciatori che hanno le motivazioni giuste. Quest’anno ci siamo permessi di spendere qualcosa in più ma sempre con quel monte ingaggi. Questa è una società seria e non manderà mai questo club allo sbaraglio.
Per i portieri, possiamo dirvi che per noi Falcone è il tredicesimo nazionale. Per noi è come se fosse un nazionale. Fruchtl aspetta il momento per dimostrare e su Samooja ci crediamo tanto. In difesa abbiamo sostituto un giocatore importante come Baschirotto. Ha dimostrato di essere una scommessa vinta. Falcone e Ramadani non sono andati via perché non hanno avuto richieste e noi li abbiamo tenuti con grande piacere. Baschirotto lo abbiamo sostituito con Siebert e Perez. I marcatori centrali sono 4 nazionali con Gaspar e Tiago Gabriel. Gli esterni difensivi sono Gallo, Ndaba, Veiga e Kouassi. Non potevamo fare di più. A centrocampo siamo in 7. 5 di questi sono nazionali. Dei titolari, Ramadani e Coulibaly sono titolari nelle loro nazionali. Il terzo posto se lo giocano ragazzi con potenzialità. Contiamo sul recupero di Kaba, su Helgason e sulla scommessa Sala. L’attacco va considerato per quello che è. Abbiamo esterni offensivi e prime punte. Nonostante i numeri ci dicono che lo scorso anno abbiamo fatto il massimo, portandoci anche sopra a tante squadre, c’è qualcuno che dice che il problema sia l’attacco. Morente e Pierotti hanno fatto 7 gol. La prima punta insieme a Rebic hanno fatto 12 gol. Quest’anno abbiamo riconfermato i titolari e aggiungo Sottil. 5 anni fa lo vedevamo sulle figurine Panini. Abbiamo sostituto Rebic con Camarda e Krstovic con Stulic.
Questo per me è il cinquantesimo anno da direttore sportivo. Umberto Verri e Vico Malorgio mi hanno visto crescere. Questo è il mio centesimo calciomercato. Il primo fu a Maglie in villa Tamburrini. Sono al ventunesimo anno in Serie A, quasi 800 partite di Serie A. Quello che più conta sono 10 anni con il Lecce. Nessuno Direttore c’è stato per così tanto tempo. Ho fatto il massimo con quello che ho avuto a disposizione. In questi mercati ho sempre fatto il meglio, il campo darà il resoconto. Oggi tenere il Lecce in Serie A non è una passeggiata. Siamo piccoli ma noi ci sentiamo grandi, lavoriamo come se fossimo grandi. L’età media è di 24,48 anni. Winkelman è andato federalmente a titolo definitivo. Tuttavia il Lecce ha il 50%. Delle Monache ha avuto diverse offerte dalla C. Lui non ha accettato e atteso la B fino all’ultimo giorno. Lo stesso Addo. Il Rimini l’ultimo giorno è arrivato su Delle Monache e non ce la siamo sentiti di mandarli. Sulla Primavera sono state fatte delle leggi ad hoc. Io e Stefano ci siamo battuti e non abbiamo avuto altri sostegni. Abbiamo vinto un titolo italiano e anziché esaltarci, siamo stati abbattuti. In distinta ci hanno detto che dobbiamo avere 11 locali e abbiamo fatto il massimo per essere competitivi. Noi come i piccoli club abbiamo una regola. Ci sono dei ragazzi che pur avendoli tenuti per 3 anni, possano andare via. Non vanno via perché rifiutano la proposta, non possiamo proprio farla. Miccoli e Pellè non sono arrivati per opera dello spirito santo. I local se rimangono con noi arrivano. Le potenzialità sappiamo come possono diventare realtà”
Prende la parola il Presidente Sticchi Damiani: “Questa conferenza serve a chiarire le dinamiche di questo periodo. Voglio utilizzare questo contesto per raccontarvi la crescita del club. Rispetto all’attuale dinamica della Serie A, dobbiamo fare delle puntualizzazioni. In questi ultimi anni di gestione abbiamo portato questa tifoseria a 23 mila sottoscrizioni. Un territorio non abituato a questi numeri. I tre pilastri sui cui il club sta costruendo sono: parte sportiva, strutture e digitalizzazione. Sul piano sportivo vi dico che stiamo facendo un percorso virtuoso. Ogni anno cresce sul piano degli investimenti. La parte sportiva è la nostra stella polare. In questi 4 anni, il costo del primo anno sono stati per 58 milioni con quota ammortamenti di 5 milioni. Il successivo 71 milioni con quota ammortamenti per poco più di 10 milioni. Il terzo anno 87 milioni e quota ammortamenti per 14 milioni. Oltre a risanare il pregresso degli anni del covid, abbiamo costruito tanto da avere costi sempre più importanti. I costi sono aumentati per via dei benefici derivati dalle cessioni. Il club senza le plusvalenze fa ricavi per 55 milioni. Questo territorio fa il massimo ma i ricavi sono quelli 55-60 milioni. Il primo anno abbiamo fatto 0 a 0, dopodiché siamo riusciti a sfruttare il lavoro dell’area tecnica. Un club di Serie A come il nostro, piccolo, ha avuto costi per 87 milioni. Abbiamo aumentato di anno in anno gli investimenti sul piano sportivo. Potevamo prendere il nome da svincolato, invece facciamo scelte impopolari. Il Lecce ha fatto 2 operazioni da 12 milioni ma questo non significa avere certezze. Preferiamo investire su questi ragazzi che sono stati attenzionati da tanti anziché attingere dal mercato degli svincolati. Quest’anno abbiamo degli esuberi, un’anomalia per noi ma non per tante squadre di A. Nonostante gli esuberi, abbiamo fatto investimenti. Con questo modo di operare si ricomincia un ciclo. Siebert e Stulic costano molto di più di un centro sportivo. Non dover supportare costi di ristrutturazione per lo stadio, è già tanto. Soldi che avremmo dovuto togliere dall’aspetto sportivo. Ci sono tanti club con ricavi fissi maggiori dai nostri e con capacità di indebitamento che noi non accettiamo. Chissà quante operazioni Pantaleo avrebbe potuto chiudere se ci fossimo discostati dalle nostre regole, dalla nostra rigidità. Facciamo cose da Lecce. Soprattutto, nel corso degli anni, cresciamo negli investimenti. Noi rischiamo anche quando prendiamo giocatori da 6 milioni. Sulle strutture vi dico che l’altra sera sono stato al centro sportivo e vi dico che è davvero bello. Questo centro sportivo è di qualità. Tra pochi giorni la squadra entrerà nel centro sportivo. È pronto per il primo campo, lo spogliatoio, la palestra, gli spazi comuni. Faremo gli altri campi mano a mano. Sullo stadio stiamo procedendo con i lavori seppur lentamente. Stiamo investendo nella digitalizzazione. Abbiamo uno spazio e-commerce e investiremo ancora tanto in tal senso.
La squadra formata va supportata e aiutata. Ho motivazioni fortissime. Sento che il club sta vivendo una fase di crescita eccezionale. Non consentiamo alla prima sconfitta o al primo mancato arrivo di minare questo progetto. Dobbiamo godere questa fase di crescita e spingere questa crescita. Senza il sostegno della gente, questa crescita viene mistificata. Negli ultimi anni c’è qualcuno ha speso più di noi ed è sceso ugualmente”
Domande dei giornalisti:
Presidente - Come commenta il mercato delle dirette concorrenti? “Le neopromosse sono le uniche che non hanno avuto grandi ricavi. Il primo anno di serie A noi facemmo pochi ricavi e gli acquisti furono limitati. Le neopromosse non hanno fatto grandi entrate. Certamente, hanno avuto la possibilità di fare delle scelte. Quelle che stanno con noi da tempo cercano mediante le plusvalenze di recuperare le perdite. Chi si è consolidato come il Lecce sta cercando di recuperare la perdita strutturale. Poi c’è chi decide di indebitarsi facendo altre scelte”
Corvino - Ci può dare un aneddoto su un acquisto e la situazione contrattuale su Gallo e Helgason: “Dobbiamo fare la campagna acquisti in base a quella delle cessioni. Non è semplice perché non sai quando si finalizza una cessione. Siamo stati condannati ad aspettare le cessioni. Non è stato facile tenere nascosto Siebert, c’erano tanti club su di lui. C’erano agenti che stavano portando avanti le trattative con altri club. Stulic lo abbiamo dovuto tenere sospeso fino alla cessione di Krstovic. Le nostre dirette concorrenti non hanno fatto più di noi. Abbiamo fatto delle analisi. Le squadre che lottano come noi non hanno fatto quello che abbiamo fatto noi. Andate a vedere la Cremonese che ha preso tutti i nomi. Noi ci siamo differenziati e ha portato al risultato fino ad ora. Bisogna guardare come si raggiunge un obiettivo. Ci sono squadre che per ricapitalizzare devono cacciare 50 milioni. Le altre squadre hanno fatto spese sproporzionate. Però più a fine anno lo sceicco di turno ripiana e si va avanti. Qui però si fa diversamente perché quel presidente non so quanto possa durare. Come gli altri non condividono il nostro operato, chi si abbona non può pensare che il Lecce si possa salvare a tutti i costi. Quando si cade bisogna saper cadere. C’è da soffrire, il rischio è più alto degli altri anni. Sono tanti i passionali che credono in quello che facciamo ma ci sono tanti mestieranti dei social a fare cambiare la direzione alla massa. Helgason e Gallo sono in scadenza nel 2026. A Helgason abbiamo fatto la nostra offerta e siamo in attesa, con Gallo attendiamo e dobbiamo sederci al tavolino. Lecce merita lustro. Chi indossa la nostra maglia e ha puzza sotto al naso può andare”
Corvino - Su Maleh ci sono i presupposti per rivalutarlo? “Se è andato a Empoli e ha giocato possiamo dire che non è stato un investimento sbagliato. I giocatori da Serie A valgono tanti soldi. Gli investimenti da 5 milioni sono scommesse. L’area tecnica segue le indicazioni dei tecnici contrariamente a quanto si dice. Gli allenatori della Primavera hanno fatto come hanno voluto. Con la mia esperienza, a svantaggio di chi non ha raggiunto risultati, consiglio un modulo. Maleh lo ha comprato l’area tecnica. Noi però riteniamo che ci siano delle scommesse che per diventare plusvalenze devono andare a giocare altrove. Così come puntare su altri giocatori che abbiamo in casa perché pensiamo che in futuro ci potrebbero dare di più. Ci sono scelte che facciamo. A centrocampo, su 7 centrocampisti abbiamo 5 nazionali. Cerchiamo di non svalutare altri investimenti che abbiamo fatto”
Presidente - Quali sono le 3 voci di costo più importanti? “Sul monte ingaggi, da anni, utilizziamo una formula. Il Lecce tra prima squadra, i tre in esubero e primavera ha 12 milioni netti di monte ingaggi (intervento del Direttore Corvino). Il Direttore dà un dato di ingaggio netto. La formula è di partenza a inizio campionato e poi costo lavoro con variabili a obiettivi. Il dato lordo varia a fine anno. Abbiamo i costi di allenatori con i loro staff, i direttori sportivi e tutto il resto. Sul costo del lavoro avrai la somma di tutte queste figure. In tutte le componenti si viaggia sui 35-36 milioni. La più bassa della Serie A. La gestione della prima squadra porta a tanti costi. I viaggi, le trasferte, gli steward e tanto altro. Il centro sportivo non è finanziato dalla regione, sono solo fondi propri. Ci sono micro e macro voci. Il centro sportivo di Acaya ha dei costi. Il convitto dei ragazzi costa 450 mila euro l’anno. I costi del CdA sono a zero e ognuna di queste voci lavora per ottimizzare. Un ritiro estivo costa 250-300 mila euro. Il Direttore fa un miracolo a livello sportivo”
Presidente - Quale è stato il budget per l’acquisizione dei cartellini? “Abbiamo creato quei 10 milioni rispetto a prima. Abbiamo comprato per 16 milioni e venduto per 27. Noi non abbiamo 16, dobbiamo sempre attendere le uscite. La società come la nostra non ha un budget ma va in evoluzioni in base a cosa accade nel mercato”
Presidente - Quanto tempo ci vorrà per passare da modello Empoli al modello Atalanta? “Si parlava di modello Empoli per ciò che era la stabilizzazione. Eppure anche loro hanno perso, sono scesi. Se un anno non arriva il risultato sportivo, bisogna cadere in piedi. Restiamo nel modello Empoli. (Prende la parola Corvino) A Firenze arrivai in Champions, per noi i risultati erano quelli e dovevamo goderceli. Le nostre salvezze sono il nostro scudetto. L’Atalanta è lontana anni luce. Il modello Empoli è nella nostra dimensione, la salvezza sarà il nostro scudetto. Tutti vorremmo sognare però dobbiamo essere realisti”
Corvino - Sulle caratteristiche tecniche dei calciatori: “Ci voglio tanti soldi. Costano troppo i giocatori che al dinamismo, alla corsa, hanno anche la tecnica sopraffina. Dobbiamo fare delle scelte in base a quello che possiamo fare. Andare a trovare soluzioni diverse non è possibile perché non abbiamo le risorse. Abbiamo avuto in attacco giocatori dal lavoro cresciuto esponenzialmente. Il centrocampista segna con un lavoro di campo. Spero che il lavoro del tecnico porti a migliorare la fase realizzativa del centrocampista”
Presidente - Sul corso di italiano per i nuovi arrivati: “Ce lo chiede anche l’allenatore. I corsi di lingua sono utili e servono per stare insieme. Il centro sportivo è meno dispersivo e ci sarà una grande comunità. All’Acaya non ti rendevi conto neanche se qualcuno fosse arrivato o se fosse in ritardo”
Corvino - Sullo slot del calciatore formato in Italia: “Chi è fuori dal progetto, rimarrà fuori così come Maleh. La nostra è una rosa coperta in ogni reparto. Abbiamo fiducia in questo gruppo. Il campo ci dirà se abbiamo avuto ragione. I parametri ce li darà il campo. Il nostro quarto anno dovrebbe essere di consolidamento. Invece, tante squadre neopromosse hanno fatto molto di più”
Presidente - Dove vi vedete tra quale anno? “Ho tante cose in mente. Quando avranno un senso le dirò. Stiamo crescendo su tante cose, ne mancano altre. Tanti giorni vedo margini di sviluppo. L’idea di crescere non deve farci perdere di vista la realtà. Questa è una categoria spietata e non bisogna mai sottovalutare la realtà. Il primo grande insegnamento è non dare nulla per scontato. La nostra non è mancanza di ambizione. Lo scenario del nuovo stadio è un passaggio epocale. Non è solo copertura. Sul centro sportivo abbiamo fatto la prima puntata ma c’è da fare ancora tanto. Le cose che stiamo facendo dovremmo attrarre qualcosa a livello internazionale”
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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