È il giorno dopo: provare a digerire la sconfitta del Lecce a Cremona. Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca se le lancette si fossero fermate allo scadere dei primi 45 minuti di gioco. I giallorossi hanno costruito, addomesticato, gestito. Una prestazione al limite della perfezione. Mancava il gol. Impressa nella mente l’occasione clamorosa disegnata da Berisha per Stulic. L’attaccante dei salentini avrebbe dovuto esprimersi nella sua caratteristica migliore: il gol sotto porta. Invece, la palla è andata fuori.

Analizzando l’occasione, il giudizio nei confronti dell’attaccante serbo diventa impietoso. Come può non eccellere nella sua caratteristica migliore? È facile ragionare così. C’è da dire, però, che l’attaccante giallorosso ha sbagliato l’unica palla giocabile del match. Altrimenti staremmo parlando di un cecchino: un’occasione, un gol — e probabilmente non sarebbe al Lecce.

Stiamo parlando di un ragazzo che è sì forte in area di rigore — ancora di più in area piccola — ma non può essere additato per aver sbagliato l’unica palla arrivatagli. L’analisi deve essere più profonda: capire perché gli arrivino una o due palle giocabili a partita. Anche solo per prendere confidenza con il gesto, ovvero calciare verso la porta.

Il Lecce è migliorato tantissimo in fase di non possesso, sull’attenzione difensiva, sui calci da fermo e tanto altro. Ora, la coperta deve muovere verso questo ragazzo. È la punta della stagione 2025/2026. Qualcuno si convinca. La squadra deve giocare per lui, un po’ come, ai tempi, si faceva per Lucarelli e tanti altri campioni in Italia e in Europa. I gol dei salentini devono passare dai suoi piedi, altrimenti, tanto vale giocare senza punta, senza riferimenti. Senza numero 9.

Sezione: Primo piano / Data: Lun 08 dicembre 2025 alle 11:30
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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