Durante un'intervista rilasciata a Tuttobari, Vito Di Bari ha espresso il suo pensiero sulla situazione attuale della proprietà del Bari, con parole cariche di passione ma anche di amarezza. L'ex allenatore della Primavera biancorossa, oggi artefice della promozione in Serie C del Casarano, non ha dubbi: Bari merita di più. "Bari non merita di galleggiare in quella categoria", ha affermato con fermezza. Un'affermazione che va oltre la classifica, in quanto riguarda un tema di ambizione, visione e investimenti, che Di Bari ritiene fondamentali per il rilancio del club: "È una questione di dignità sportiva."
La riflessione del tecnico prende avvio da un periodo più lungo, ma il suo pensiero è limpido: "È normale che ci vogliono investimenti importanti, che in questo momento non stanno avvenendo". Parole che assumono un peso particolare, provenienti da chi ha vissuto il Bari da dentro, difendendolo sul campo anche nei momenti più difficili, come nella salvezza conquistata ai playout dell’anno precedente. Per Di Bari, la situazione attuale è frutto di un'incertezza societaria che sta destabilizzando l'intero ambiente: "Sicuramente ora quello che è un po' destabilizzante è la situazione della società. Mi auguro che tutto questo venga subito sistemato". E aggiunge: "È normale che la piazza è stanca di vivere questa situazione".
Con l’avvicinarsi della scadenza del 2028, il futuro del club, ancora legato alla multiproprietà della famiglia De Laurentiis, rimane incerto. Di Bari non entra nei dettagli, ma lancia un messaggio chiaro: "Sicuramente è una data importante. Sicuramente a Bari la famiglia De Laurentiis deve fare una scelta per quello che riguarda il futuro". La decisione è netta: o si rilancia davvero, oppure si passa la mano, perché Bari e i suoi tifosi non meritano un futuro incerto. "Bari è tanta roba", ha concluso con un sorriso, ma con la stessa convinzione che lo ha contraddistinto anche nei momenti difficili. Ricordando l’esperienza vissuta appena un anno fa, Di Bari ha raccontato: "Abbiamo preso una squadra distrutta psicologicamente. Non era facile incidere dal punto di vista tecnico-tattico in così poche partite. Dovevamo lavorare soprattutto sulla testa dei ragazzi". Un lavoro fatto con dignità, e che ha portato i suoi frutti.
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