La sfida contro il Carpi di domenica prossima è entrata nel vivo. Il nome della squadra emiliana mette i brividi ai tifosi giallorossi perché contro quella squadra, in quella maledetta domenica di ben cinque anni e mezzo fa, il Lecce si è reso protagonista di un vero e proprio dramma sportivo. Era passato solo un anno dalla clamorosa retrocessione per illecito, dopo aver navigato nuovamente nell’inferno della Serie C, quella finale playoff avrebbe dovuto rappresentare la rinascita giallorossa. Carpi significa l’inizio del calvario giallorosso, Carpi rappresenta il punto di non ritorno; da quella terribile domenica, ebbe inizio il faticoso cammino in una delle categorie più difficili delle serie italiane. I biancorossi emiliani sono stati la bestia nera dei giallorossi durante il primo anno di serie C, mai il Lecce è riuscito a spuntarla. Si contano due pareggi e due sconfitte, ceffoni e delusioni in un solo anno tra campionato e playoff. Al Cabassi, i giallorossi sono sempre usciti sconfitti per una rete a zero. La partita di domenica rappresenta per il Lecce un’occasione per riprendersi tutto ciò che una sola squadra è riuscita a togliere nel giro di 180 minuti. Sì, il pensiero, al di là degli scontri nella regular season, finisce sempre lì. In tutti questi anni, chiunque ha proferito le seguenti frasi: “Se quella punizione non fosse stata assegnata; se quella palla non fosse entrata; se Cheva non si fosse fatto male; e tante altre”. Ormai, quello è solo un brutto ricordo, ora, il Lecce è qui in Serie B, dopo tante fatiche e tante battaglie, occupa il terzo posto di uno dei campionati più difficili della storia della Serie B. Domenica sarà l’occasione per togliersi uno dei tanti sassolini ancora nelle scarpe, rivincita! E chissà che non possa rappresentare l’inizio di una nuova, splendida favola giallorossa. Tra i giocatori di quel Lecce targato 2012/2013, ne è rimasto uno: Falco. Avrà il compito di spiegare ai suoi compagni cosa è significato Carpi per il popolo salentino.   

Sezione: Lecce / Data: Mer 28 novembre 2018 alle 14:45
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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