Prende la parola il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino. Ecco le sue dichiarazioni:
“Prima di iniziare la campagna trasferimenti, abbiamo fatto una conferenza stampa per raccontare le esigenze della società e dell’area tecnica. Oggi il Presidente è venuto per spiegare le operazioni economiche del club. L’inserimento della managerialità è stata una sua scelta. Attraverso questa scelta si è potuti partire e azzerare la situazione debitoria. Non solo, si è resa questa società sostenibile. Non è stato facile. Pur rinunciando al mio contratto, ho deciso di tornare a casa per risolvere delle problematiche. C’era la necessità di rendere un’azienda sostenibile. Ho accettato questa sfida conoscendo il mio territorio e le richieste delle persone. La mia passione, anche vincente, mi ha permesso di accettare questa sfida. Già non è facile azzerare la parte debitoria. Vincere era la cosa ancora più difficile. Abbiamo tolto la parte debitoria, siamo un’azienda sostenibile e ci viene riconosciuto a livello internazionale. Il Manchester ha riconosciuto tutto questo. Noi abbiamo seguito le nostre linee programmatiche. Non è facile raggiungere risultati con la rosa più giovane del campionato con il monte ingaggi più basso nella vittoria della Serie B e nel campionato di Serie A. Per azzerare i debiti, la benzina l’abbiamo creata noi. Siamo partiti con quella poca benzina lasciata da Falco e Petriccione. Da lì siamo partiti. Oggi siamo un club sostenibile e abbiamo tolto la parte debitoria. A Lecce le plusvalenze sono un problema. Anziché chiedere come fate a fare risorse, la plusvalenza diventa un problema. È un merito a chi sa comprare e a vendere bene. Le plusvalenze non piovono dal cielo. Quando un giocatore viene preso a zero, ne senti di ogni. Quando prendemmo Gendrey a zero, c’era chi diceva che fosse meglio Calabresi. Oggi se spendi di più ti premiano, se spendi meno ti danno un voto di 5-5,5. Investiamo nei centri sportivi, a migliorare lo stadio e tanto altro. Ho fatto 9 anni di Serie A qui a Lecce. Con me, la primavera è sempre stata in A. Questo lavoro di virtuosismo è figlio di un esercizio non facile perché logora e stanca. Quando le cose vanno male, nessuno si ricorda degli anni trascorsi in A. Si vive anche di entusiasmo e di passione.
Il calciomercato invernale è sempre quella più difficile. Abbiamo fatto tanto lavoro in entrata e in uscita. Ci sono stati momenti che ci hanno visto impegnati alla massima esponenza. Noi cerchiamo di mantenere sempre la coerenza. Quando ti trovi per ragion di società a dovere prendere delle decisioni, si passa per quello che non si è. Ma non potevamo non fare questa operazione e rischiare di non creare risorse. Anche nel campo delle infrastrutture. Anche noi vorremmo avere la nostra casa. C’eravamo lasciati su dei punti fermi: prendere tre ruoli. Dopo appena una settimana, abbiamo preso il primo. Prima della fine del mercato abbiamo preso Tiago e Veiga. Durante le ultime ore abbiamo finalizzato quella che potrebbe rimanere un’operazione storica. Cioè quella di Dorgu che fa il paio con tante altre. Siamo andati a prendere due ruoli N’Dri e Sala. Su Helgason vorrei spendere qualche parola. È un calciatore che quando è arrivato è stato definito un angale islandese. Le nostre scelte devono essere condivise dai tecnici. Il terzo anno abbiamo deciso di ripartire con Helgason dopo aver vinto il campionato di serie b e dove ha fatto bene anche al primo anno di A. Il ragazzo mi aveva chiesto di andare a giocare e glielo abbiamo concesso in serie b tedesca. Quando è tornato, avevamo cambiato il mister. Al tecnico avevo chiesto di fare attenzione a Helgason. Quando uno va fuori lista è perché c’è una scelta tecnica. Per questo motivo rimase fuori lista. Chiamammo il ragazzo per dirgli che gli avremmo triplicato il contratto nonostante fosse fuori lista. Poi è arrivato il nuovo allenatore che ci ha dato ragione. Ora Helgason sta giocando”
Spazio alle domande:
Su Piccoli: “In sede di preparazione di stagione, abbiamo programmato con Stefano e con l’allenatore. C’erano due calciatori ovvero Piccoli e Almqvist che non rientravano nei desiderata dell’allenatore pertanto non sono stati riscattati”
Come ti senti a essere il re Mida del calcio italiano? “Mi sento re Mida dei risultati. Non voglio essere ricordato come quello che ha fatto le più grandi plusvalenze ma per i risultati. Per quello che in Italia è arrivato dalla promozione alla Champion league vincendo”
Su Hasa e Bonifazi: “Su Hasa, il discorso è legato su questioni che si verificano sul mercato. Abbiamo preso un giocatore sconosciuto ma poi capisci che non rispondono a esigenze dell’allenatore. Dobbiamo creare risorse, a volte rischiando. In Hasa abbiamo intravisto delle potenzialità che potevano diventare delle qualità. In 5 mesi non è stato mai considerato. Abbiamo preso Hasa gratis con una percentuale sulla vendita. C’è il Napoli che lo vuole. Anche qui si poteva fare una plusvalenza su un ragazzo che non era mai stato considerato. Abbiamo dato Hasa al Napoli per questa ragione. Su Bonifazi, abbiamo fatto delle scelte di lista. Dorgu procurava la necessità di andare a prendere due ruoli. Noi avevamo il posto di extracomunitario libero caso mai in emergenza serviva e l’abbiamo colmata con Ndri. Il terzino sinistro doveva avere certe caratteristiche. Sugli equilibri si giocano i campionati e le retrocessioni. Per poter prendere un italiano, dovevamo compensare con un altro italiano. In difesa eravamo in tanti quindi abbiamo scelto di fare la scelta Bonifazi. Abbiamo avuto tante offerte. Per Morente abbiamo rifiutato l’offerta per 4 milioni di euro. Così come per Krstovic”
Su Scott e Konan N’Dri: “Ci affidiamo molto allo scouting. Il resto è frutto di conoscenze. I migliori osservatori miei sono stati anche arbitri e presidenti. Scott è figlio delle nostre conoscenze. Konan N’Dri è stata una valutazione del mercato alternativo. Nel mercato belga, N’Dri rientrava nella nostra lista scouting. Però era extracomunitario. Quando ci siamo trovati nelle ultime ore a dover rinunciare a Dorgu, siamo andati sul mercato. Abbiamo optato per l’esterno offensivo. È stata un’operazione difficile perché il club non lo voleva cedere. Il ragazzo ci ha dato una grossa mano così come il suo procuratore Paiat
Su Tiago Gabriel: “Dicemmo che l’esterno offensivo sarebbe dovuto essere titolare. Non potevamo invece permetterci di prendere giocatori superiori a Gaspar e a Baschirotto. Non potevamo trovare uno migliore di Guilbert ma abbiamo deciso di prendere delle potenzialità in prospettiva. Abbiamo seguito la Estrella e abbiamo intravisto potenzialità sia in Veiga, tra l’altro titolare, e Tiago Gabriel”
Quale è il voto al mercato: “I voti uno non se li deve mai dare. Per quanto mi riguarda, sono contento e felice quando con le possibilità che ho a disposizione faccio il meglio che possa fare. Hai fatto il tuo meglio? Poi mi do un voto e lo tengo per me. Quando gli altri parlano di investimenti, Tiago e Veiga non hanno età. Questi per me sono acquisti importanti e funzionali. Per molti la cultura è dei nomi. C’è quello che mi dà 5,5 perché ho preso uno sconosciuto, ad quello che ha speso 80 milioni, si dà 9”
La base di partenza per Krstovic: “Lo fa il mercato il prezzo. Quando dicemmo che avemmo ricevuto offerte per 100 milioni siamo stati massacrati. Solo con la linea difensiva abbiamo incassato 60 milioni. A Parma abbiamo giocato con Jean a 700 mila euro, Guilbert zero, Baschirotto 200 mila e Gallo zero”
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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