Dalla salvezza del Bari alla promozione con il Casarano, passando per un legame speciale con Vito Di Bari. È questa la traiettoria che ha riportato Giampaolo sulla mappa del calcio pugliese, culminata con il ritorno in Serie C dei rossazzurri dopo 26 anni. Una promozione che ha fatto esplodere la gioia del popolo rossazzurro e che, per l’allenatore, rappresenta qualcosa di più di un semplice traguardo sportivo.
«Sicuramente siamo felicissimi per la società che lo attendeva da tanti anni, strafelici per i tifosi che stanno festeggiando e felici per tutti quanti noi che abbiamo compiuto una cavalcata impressionante sotto tutti i punti di vista centrando un traguardo direi storico».
Un anno fa, insieme a Di Bari, centrò un’altra impresa: la salvezza del Bari. Da lì è nata una sintonia che si è rafforzata nel tempo, fino alla telefonata dello scorso 12 dicembre: la chiamata del Casarano.
«Lui era l'allenatore dell'Under 17 ed io della Primavera. La società si giocò l'ultima carta per salvare il Bari e ci siamo riusciti. È nato un grandissimo rapporto e quando mi ha telefonato chiedendomi di dargli una mano, ho accettato con grande entusiasmo. Tra noi c'è un rapporto di amicizia, stima, fiducia e rispetto».
Secondo Giampaolo, la chiave del successo in rossazzurro è stata soprattutto una: cambiare mentalità.
«Secondo me abbiamo cambiato la mentalità. Il Casarano ha giocato un calcio completamente diverso, molto offensivo con giocatori che rispecchiano questo tipo di metodologia. Abbiamo dato più coraggio ad una squadra forte e siamo stati bravi a far esprimere al meglio tutte le loro caratteristiche. A volte, anche quando hai giocatori forti non è facile centrare l'obiettivo, quindi direi che abbiamo gestito il gruppo nel modo migliore. Vito è molto bravo in questo, a creare cioè un gruppo coeso, una vera e propria famiglia».
Un cammino iniziato con un pareggio, quello con il Gravina, che ha subito mostrato la strada da percorrere.
«Sembra un paradosso ma forse è stata la prima partita contro il Gravina che abbiamo pareggiato. Quel giorno siamo stati bravi a capire quali fossero le caratteristiche dei giocatori e ad avere le idee più chiare. Poi la squadra è cresciuta settimana dopo settimana sotto il profilo tecnico, atletico e tattico e non è stata mai sconfitta. Si è creato entusiasmo e tutti i concetti del mister sono stati metabolizzati al meglio dandoci qualità e organizzazione».
Un pensiero anche per il presidente Antonio Filograna Sergio, figura ritenuta determinante.
«Presidenti come lui in serie D non ce ne sono, con la sua passione e dedizione. È stato sempre presente nello spogliatoio, ci ha caricato, non ci ha fatto mai mancare nulla. La promozione è il giusto premio per il suo lavoro di staff».
Sul futuro, Giampaolo non si sbilancia, ma lascia intendere che si parlerà presto di programmazione.
«Mancano due partite alla fine, terminiamo il campionato. Poi sicuramente la società si sentirà con Vito per programmare il futuro. La volontà credo ci sia ma occorre sedersi a tavolino».
Infine, un pensiero per il fratello Marco, impegnato nella lotta salvezza con il Lecce in Serie A:
«Lo sento, certo. C'è grande volontà di salvare il Lecce. Parliamo però di un campionato di serie A difficilissimo e penso che tutti fossero consapevoli che difficilmente il Lecce poteva chiudere anticipatamente il discorso salvezza. Dovrà giocarsela fino all’ultima giornata dopo aver perso i punti di vantaggio che aveva. Il calendario non è propizio, le altre squadre sono tutte competitive e non sarà facile. Sarà una battaglia».
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