Ospite ad Antenna Sud in "Passione Rossoblù", l'allenatore del Taranto Ezio Capuano ha toccato parecchi temi sensibili. Dalla salvezza matematicamente raggiunta al sogno play-off, la lunga chiacchierata del tecnico ionico è partita così: “È stata un’annata bellissima, intensa e di tanta sofferenza per molte vicissitudini. Nessuno di aspettava che il Taranto potesse raggiungere la matematica salvezza con due giornate di anticipo. Abbiamo fatto un bel capolavoro calcistico. Grazie a chi ci hanno sostenuto, al mio staff che ha lavorato quotidianamente in momenti anche di grande difficoltà, ma soprattutto a questa squadra che ho l’onore e il piacere di guidare. Un ringraziamento illimitato anche a chi mi ha scelto, la proprietà. Hanno creduto in me in un momento di grande difficoltà, portandomi a Taranto dopo tantissimi anni. Rivolevo questa piazza. Ringrazio inoltre tutta Taranto. Le persone per strada mostrano gratitudine nei miei confronti, un aspetto molto bello per chi vive intensamente il proprio lavoro”.
Il tecnico ha poi proseguito, parlando di sogno play-off: “Fare l’allenatore è un lavoro diverso dagli altri, devi averlo dentro come una vocazione di un prete. Rappresenti le emozioni di una città, sei responsabile di quello che accade alla propria squadra. Dopo la partita contro l’Avellino, la notte non riuscivo a dormire, facevo tanti calcoli. Il martedi successivo, sono entrato nello spogliatoio e ho detto ai ragazzi che la partita con il Pescara era la più facile da vincere, perché è la squadra che più si addice alle nostre caratteristiche. Questa vittoria è stata il coronamento di tantissimi sacrifici, adesso non vogliamo più fermarci. Da oggi per noi inizio un altro campionato, chi pensa che noi ci sentiamo appagati e non abbiamo più fame sbaglia. Ho sempre detto che il Taranto avrebbe cercato di fare quanti più punti possibili. Adesso possiamo vivere un sogno, mancano due partite e siamo a un punto da un obiettivo che era impossibile qualche mese fa. Ci crediamo, andremo in campo per ottenere il massimo e cercare di fare più punti possibili”.
Sul proprio modo di comunicare nel corso della stagione: “Conosco questo mondo come pochi, so che nei momenti più difficili, la bravura di un allenatore è quella anche di spostare gli interessi su di se. Con qualche battuta, ho voluto lasciare tranquillo il gruppo soprattutto nella fase di negatività, spostando tutte le attenzioni su di me. Mi definisco un guerriero”.
Diserzione della tifoseria che fa male: “Rispetto tutti i sostenitori e ho un buon rapporto con loro, però questo ostracismo contro una società che ha portato il Taranto in C, si è salvata nel primo anno tra i professionisti con un girone di andata perfetto e quest’anno è riuscita a mantenere la categoria, non lo capisco. Il rammarico più grande è quello di non aver avuto il mio popolo allo stadio, il pubblico, con loro avremmo avuto minimo sei punti in più. Domenica erano 2mila ma sembravano 15mila, ecco domenica il Taranto ha giocato in casa”.
Opinione negativa che ha fatto destabilizzato l’ambiente: “Abbiamo subito delle critiche al limite dell’indecenza. Siamo rimasti in vita e oggi il Taranto è rimasto tra i professionisti, siamo andati avanti senza ascoltare nessuno, ci siamo chiusi nello spogliatoio e abbiamo portato avanti le nostre certezze. La lacrima dell'altro giorno è l’esternazione di una sofferenza, il sentimento di chi accumula tante cose. Un uomo che piange non si deve vergognare. La vittoria nel calcio ha cento padri, la sconfitta è sempre orfana. L’allenatore è uno solo e per quanto possa essere forte caratterialmente, vive anche di incertezze”.
Uno sguardo al futuro con grande ottimismo e con un sogno nel cassetto: “I matrimoni si fanno in due. Per il momento sono concentrato sulle prossime due partite, chiaro che sono arrivato in un momento difficile e sarebbe bello proseguire. Voglio portare il Taranto in Serie B. Con la nuova riforma che probabilmente sarà confermata, nel prossimo campionato saranno sei le squadre ad andare in Serie B, non è impossibile. I tifosi ci sono mancati tantissimo, sarebbe bello rivedere almeno il doppio del pubblico della scorsa partita nella prossima gara interna. Abbiamo bisogno di riportare la gente allo stadio”.
Autore: Antonio Specchio
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