Estate del 2018, Gianluca Grassadonia è il nome scelto dai vertici del Foggia per sostituire Giovanni Stroppa nel secondo anno di Serie B. L'esonero a dicembre, prima di essere richiamato a marzo per un finale di stagione in cui accade di tutto, soprattutto nel match contro il Verona. E, senza quei sei punti di penalizzazione, i rossoneri avrebbero tranquillamente festeggiato la salvezza con 43 punti guadagnati sul campo (sarebbe stato undicesimo posto in classifica). TUTTOcalcioPUGLIA.com ha intervistato in esclusiva proprio il tecnico nato a Salerno, su quel periodo ma anche sull’attualità.
Mister, innanzitutto come sta e come vive questo momento di inattività?
“Tutto bene, fortunatamente. Quella di restare fermo è una scelta, aspetto la chiamata giusta, che m’intriga di più. Sicuramente non è facile, perché sono da un anno a casa, ma in questo momento entrare per entrare non m’interessa”.
A Foggia da calciatore e allenatore, che ricordi ha di quell’esperienza?
“Una grande, e bellissima, esperienza. Da calciatore ero giovane, l’ho vissuta in maniera marginale; da allenatore penso sia stata entusiasmante. Foggia è una città che ti avvolge, che ti dà appunto entusiasmo, passione. Le difficoltà sono state tante, resta una salvezza sul campo raggiunta e un’amarezza immensa per come siamo retrocessi, ha fatto davvero molto male. Per qualche minuto, a Verona, siamo stati salvi; poi il loro pareggio e i playout, infine la mazzata finale. Ma siamo stati a un passo dall’impresa”.
E intanto oggi è quarto in classifica: una vera sorpresa…
“Assolutamente sì, una grande sorpresa. Penso che società e allenatore abbiano fatto un lavoro straordinario. Due tecnici presi che hanno lasciato il mandato, un terzo allenatore e alla prima esperienza da primo, un gruppo che poteva sentirsi poco apprezzato… E invece lavoro e serietà hanno premiato. Chapeau a tutti loro”.
Il Bari ha cambiato allenatore, via Auteri e dentro Carrera.
“Poteva e doveva fare di più il Bari. La Ternana sta facendo un campionato sopra le righe, ma i biancorossi hanno perso tanti punti con le piccole. Ma non vivendo la quotidianità non mi addentro in situazioni che non conosco”.
Lei avrebbe accettato, pur sapendo di essere a -14 dalla vetta?
“Una chiamata dal Bari, anche per sei mesi, non si può rifiutare. Ci sono tante partite del girone di ritorno dove Carrera potrà conoscere al meglio la propria squadra. E poi ci sono i playoff, dove i biancorossi potranno dire la loro. È comunque un organico importante, forse a gennaio è stato fatto un mercato un po’ confusionario: fare andare via gente come Montalto e D’Orazio credo sia stato un errore”.
Parliamo di Serie B: si aspettava queste difficoltà per il Lecce?
“No, perché conosco la qualità di mister Corini e so quanto è bravo. Conosco la serietà della società, la bravura del diesse Corvino. Ma è anche vero che ci sono stati innesti giovani, di grande prospettiva. Qualche risultato negativo ha poi condizionato l’andamento della stagione, così come l'assenza del tecnico a causa del Covid, ma il Lecce ha tutte le carte in regola per tornare in maniera prepotente in questo campionato”.
Il suo futuro?
“Aspetto e spero che qualcosa di serio arrivi anche prima. Tante cose, anche nell’ultima settimana, sono venute fuori. Ma accettare tanto per accettare, non mi va. Lo scorso anno ho fatto un gravissimo errore nell’andare a Catanzaro: in 33 anni di carriera non ho mai visto ciò che ho visto lì in due mesi e mezzo. È stata una cocente delusione e oggi vado con i piedi di piombo. Aspetto il progetto giusto”.
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