Importante conferenza stampa in casa Lecce per quanto riguarda i piani societari. Al Palazzo BN ha parlato così il presidente Sticchi Damiani: “Siamo nella ‘casa’ del nostro socio De Picciotto, questo dimostra il suo attaccamento. Oggi vogliamo fare delle analisi, tracciare un bilancio della stagione finita per non lasciar spazio a interpretazioni. Lo scorso anno siamo partiti con un progetto di tre anni, ma questo non vuol dire che non si possa andare in A prima o che si debba per forza andare nei prossimi due. In tre anni, però, il percorso tecnico deve avere, e avrà, importanti segni di crescita. Quest’anno c’erano tutte le condizioni per la promozione, ci siamo forse consumati per provare a centrare l’obiettivo. C’era un premio per i calciatori in caso di salto di categoria, il più alto mai depositato in Lega. E quindi è una barzelletta il fatto che il club non volesse salire, anche perché la squadra si giocava il raddoppio dello stipendio e noi introiti maggiori”.

Sul lavoro di Corvino: “Abbiamo preso calciatori che tutti c’invidiano, molti oggi sono protagonisti con le nazionali. Abbiamo rinforzato il settore giovanile, alcuni nostri under sono entrati nel giro della prima squadra. Quando siamo andati in A noi abbiamo perso un’occasione, con un budget di 30 milioni ci è rimasto poco, si è disperso tutto a parte Gabriel e Gallo che prendemmo a zero: non siamo riusciti ad arricchire il nostro patrimonio tecnico. Paracadute? Fumo negli occhi. Ci sono club, come Spal e Brescia, che hanno saputo e potuto vendere talenti. Le nostre, ad esempio Petriccione e Falco, non hanno portato grandi cifre visto quanto accaduto e la richiesta dei giocatori. E, in aggiunta, la Stella Rossa non ha rispettato gli accordi e ci sarà un contenzioso all’UEFA”.

Sui singoli: “In molti hanno chiesto di restare in A la scorsa stagione, con il direttore Corvino abbiamo fatto delle guerre. A Pettinari abbiamo proposto un contratto triennale a settembre, ma lui diceva di dover per forza guadagnare di più e ha detto no alla nostra offerta. Lui aveva il mal di schiena, Falco disse di non poter giocare e per fortuna contro il Vicenza arrivò la svolta con Rodriguez: i ragazzi ci hanno aiutato tanto. E poi la vicenda Mancosu, in cui siamo stati in silenzio”.

L’addio di Corini: “Secondo noi era opportuno cambiare. Ma non abbiamo cercato un capro espiatorio, noi abbiamo scelto per il bene del club e per vincere, la stessa cosa faremo con i calciatori. Ci fa male non aver centrato la A, per noi è un danno da 40-50 milioni”.

Su De Picciotto: “Ho chiesto a lui più presenza, perché ha l’esperienza giusta per poterci aiutare anche a livello imprenditoriale. Ha il 39% del club, gli ho chiesto una presenza fisica nei CdA. Ripartiamo con più forza di prima, con un Lecce di giovani terribili e con qualche senatore pronto ad aiutare il resto dei compagni”.

Sezione: Lecce / Data: Sab 12 giugno 2021 alle 11:40
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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