Nel calcio il gol è tutto: per l'attaccante, ma anche per una squadra. I gol, dal canto loro, portano punti. E se non arrivano, specialmente in una fase cruciale di una stagione, c'è di che preoccuparsi e bisogna lavorare per cercare di ovviare alle lacune in essere per qualsiasi obiettivo ci si voglia porre, tanto per la lotta promozione quanto quella per la salvezza. Questa, ora come ora, è quella che deve riguardare il Bari. I biancorossi visti a Catanzaro sono stati autori di un primo tempo sottotono e di una ripresa apprezzabile sul piano dell'impegno e di alcune occasioni create, su tutte la traversa colpita da Di Cesare. Qualche progresso rispetto a Bolzano c'è stato, dunque. Ma il pomo della discordia è tutto qui: se crei ma non segni, poi succede che alla prima occasione utile si venga puniti. Ed è quello che ha fatto il Catanzaro, cui sono bastate due prodezze per vincere e soprattutto marcare una netta differenza tra chi può avere determinate ambizioni e chi deve stare attento a voltarsi le spalle per non correre rischi peggiori.
La volontà non basta, serve anche la qualità. Contro lo Spezia non si potrò sbagliare anche perché il calendario, in seguito, proporrà diverse sfide sulla carta proibitive. Se il Bari crea, chi segna? L'interrogativo è tale da inizio campionato e le risposte sono poco soddisfacenti. Se non ci pensa Sibilli (autore di 9 reti in campionato sin qui) la luce non si accende perché gli altri interpreti vanno a corrente alternata oppure segnano col contagocce: non è solo questione di problemi fisici, ma soprattutto di qualità. Nasti? Ventenne che può solo cercare di crescere e dotato di colpi, ma non di costanza e che nella passata stagione ha messo a segno solo cinque reti. Puscas? Nella passata stagione appena quattro reti, col Pisa otto, con Novara e Palermo nove. Unica volta in doppia cifra al Reading, in Serie B inglese ma parliamo del 2019/20. Se non ingrana, andando oltre la rete siglata col Lecco, sarà difficile andare agli europei. Kallon? Sin qui soltanto un gol in carriera. Menez? Ad oggi solo alcuni sprazzi di classe ma rendimento assai deludente rispetto alle aspettative. Ci sarebbe sulla carta il solo Diaw in grado di poter incidere, ma bisognerà aspettare aprile per rivederlo in campo e comunque, da solo, non può fare miracoli. Gli altri? Non pervenuti. Tutto questo per dire che nonostante la quantità...manchi la dovuta qualità. Quei quaranta gol che l'anno scorso permisero di sognare non ci sono ed è anche per questo che gli obiettivi stagionali iniziali vanno ridimensionati.
Cosa fare, allora, al netto di queste considerazioni? Di sicuro non resta che lavorare sulla testa, ancora, dei calciatori. Perché per il mantenimento della categoria nulla è perduto (teoricamente nemmeno per i playoff, ma sognare allo stato attuale appare compito assai arduo) ed è necessario - volenti o nolenti - ripartire da quanto di buono nella ripresa del Ceravolo si è visto. Non basta e non può bastare, ma è un punto di partenza. Se Iachini ama perfezionare i dettagli determinati aspetti non potranno certamente sfuggirgli, pur essendo la strada più in salita di quanto ci si potesse aspettare dopo le prime due partite. Serviranno tenacia e voglia di lottare su ogni pallone, poi tutto il resto. Prima di arrivare alla laurea, bisogna evitare rimandamenti e bocciature.
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