L'ex allenatore dell'Audace Cerignola, artefice della promozione in Serie D, ha parlato del momento attuale della squadra e delle sue ambizioni in un'intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport – Edizione Puglia.
Mister, il 2 aprile 2017 è una data storica per il Cerignola. Che effetto le fa ripensare a quel Cerignola-Bitonto che valse la promozione in Serie D?
«È stato bellissimo approdare a Cerignola. Venivo da esperienze in piazze importanti come Caserta, Campobasso e Marcianise, ma arrivare per la prima volta in Puglia è stata una sensazione speciale. Quando sono subentrato dopo sei giornate, la squadra era quinta in classifica dietro realtà come Bitonto, Altamura e Casarano. Pian piano siamo riusciti a superare ogni difficoltà, mettendo insieme 20 vittorie e 5 pareggi. Quel 2 aprile è una data indimenticabile: con una grande vittoria contro il Bitonto, abbiamo portato il Cerignola nella categoria che meritava.»
Ha seguito il Cerignola dal vivo più volte. Che idea si è fatto della squadra?
«Il Cerignola è una realtà importante, gioca un calcio brillante e sfrutta molto bene le palle inattive. Ha avuto tanti infortuni, ma il mister è stato bravissimo nel mantenere la squadra compatta. La rosa è formata da giocatori incredibili come Capomaggio, Salvemini, Paolucci e, se posso permettermi, anche Luca Russo, che portammo noi e che sta facendo un campionato straordinario.»
Qual è la chiave per affrontare queste ultime quattro partite?
«Bisogna giocarle come fossero quattro finali, senza pensare troppo avanti, ma concentrandosi su una partita alla volta. Sono convinto che il Cerignola possa farcela, anche perché l’Avellino, che è sopra in classifica, non sta esprimendo un grande calcio.»
Se non dovesse arrivare la promozione diretta, come si affronterebbero i playoff?
«L'Audace non avrebbe nessun problema di approccio in vista dei playoff, anche perché è arrivata davanti a club blasonati per la categoria. In caso di spareggi, servirà ricompattarsi e affrontarli con determinazione. Ma mi auguro che si riesca ad arrivare primi.»
Qual è il giocatore che più l’ha impressionata nel Cerignola?
«Capomaggio è il calciatore che mi ha colpito di più, soprattutto per la sua capacità di interpretare il doppio ruolo: può giocare sia da mediano che da difensore centrale senza problemi. Mi ha sorpreso anche Martinelli, un capitano vero, e in fase offensiva sicuramente Salvemini, capace di fare la differenza con i suoi gol.»
Un commento sul lavoro di Raffaele e Di Toro: si aspettava un Cerignola così in alto?
«Il mister ha fatto un grande lavoro, iniziato già lo scorso anno, e questa è la dimostrazione di come la progettualità paghi. Anche Elio Di Toro è una figura fondamentale per il club, il Cerignola deve tenerselo stretto perché è un direttore affermato, capace di portare giocatori di qualità anche dalla categoria inferiore. Un altro elemento chiave è il direttore generale Francesco De Biase: ho avuto il piacere di lavorare con lui e so bene il valore del suo lavoro nello spogliatoio e per la società. Da non dimenticare anche l’avvocato Marino, che con il suo equilibrio riesce sempre a curare ogni dettaglio alla perfezione. Ma soprattutto, la famiglia Grieco è fondamentale per questo Cerignola. Il presidente Nicola Grieco, insieme ai suoi fratelli e guidato dal padre Michele, è una figura centrale per le ambizioni del club.»
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