Allenatore navigato e profondo conoscitore di calcio, Dino Bitetto è attualmente fermo: la sua ultima esperienza in panchina risale a quella di Casarano, bruscamente interrotta a causa della sospensione anticipata della scorsa stagione. In attesa di una nuova avventura, l’ennesima della sua lunga carriera, il condottiero barese, ai nostri microfoni, commenta il primo scorcio di stagione vissuto in D, svelando altresì diversi retroscena.
Dino Bitetto, quali sono le prerogative per commentare una stagione così anomala, fortemente condizionata dall’emergenza sanitaria?
“Chi più, chi meno, sta accusando i disagi di un campionato anomalo, purtroppo condizionato dal diffondersi del virus: si tratta sicuramente di una situazione complicata, ma bisogna essere sportivi nell’animo e accettare gli eventi così come sono, cercando di fronteggiarli nel migliore dei modi”.
Focus sul girone H: domenica è in programma Casarano-Taranto, sfida non ancora decisiva in chiave primato, ma sicuramente fondamentale per il prosieguo di entrambe.
“Si affrontano due compagini ben attrezzate ed egregiamente guidate in panchina, a mio modo di vedere aventi tutte le carte in regola per disputare un campionato di vertice: non sarà decisiva, però vincere significherebbe avvicinarsi al Sorrento capolista e innalzerebbe fortemente il morale di una delle due in vista del futuro, fermo restando che siamo ancora agli inizi e il campionato è ancora in divenire”.
Tra l’altro la sua ultima esperienza in panchina coincide proprio con quella di Casarano: bilancio tutto sommato positivo, prima di quel 7-0 subito a Sorrento.
“Prima di Sorrento non avevamo fatto male, anzi, sia in termini di punti che di differenza reti eravamo in linea con l’obiettivo playoff. Quella disfatta, purtroppo, ha sconvolto tutti, agitando gli animi dell’intero ambiente. La società ha così deciso di cambiare, ma non di ridimensionare, anzi: Casarano può contare su dirigenti seri che puntano a far bene”.
Il suo nome è circolato spesso anche in chiave-Taranto: c’è mai stato qualcosa di concreto?
“In questa stagione no, mentre dopo l’esonero di Ragno fu intavolato un discorso concreto, anche se come si sa la scelta della società ionica ricadde poi su Panarelli”.
Altra tappa recente della sua carriera Cerignola, contraddistinta dal rammarico di aver soltanto sfiorato la C, senza mai centrarla.
“A Cava e Cerignola ho vissuto annate simili, concluse entrambe con il secondo posto e la vittoria nei playoff. La Cavese, tuttavia, ha centrato la C tramite ripescaggio, il Cerignola invece è stato penalizzato due volte, la prima a causa delle questioni relative all’impianto di gioco e la seconda in relazione alla combine di Picerno-Bitonto: noi, quell’anno, eravamo secondi, forse se la giustizia fosse stata più celere ce l’avremmo fatta. Peccato”.
In vista del futuro, quali sono le ambizioni di Dino Bitetto?
“Non mi è mai successo di rimanere a casa per così tanto tempo: ho voglia di tornare ad allenare, anche perché altrimenti la pigrizia prende il sopravvento (ride, ndr)”.
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